COLOUR HAZE – She Said

A quattro anni da “All” e dopo un periodo di gestazione durato quasi due anni, tornano i paladini dell’heavy psych, i Colour Haze. Un ritorno quanto mai necessario in un momento storico nel quale si sprecano epigoni del gruppo guidato da Stefan Koglek. “She Said” è stato composto e registrato tra il 2010 ed il 2012 in collaborazione con Roman Bichler, Tim Höfer e Marco Neuman, in totale devozione analogica presso il famigerato Colour Haze Studio di Monaco. Ai consueti compagni di viaggio Mani Merwald (batteria) e Philipp Rasthofer (basso) si aggiungono le presenze illustri di Christian Hawellek (Fender rhodes), Ben Esen e Robert Schoosleitner (percussioni) e dell’Ellern Quartett, le cui partiture sono state arrangiate da Martin Homey e Georg Weisbrodt.Una complessità che si riflette in un disco fiume (quasi 82 minuti), che abbatte i limiti della stessa psichedelia per affondare le mani nella jam psicotropa, nell’ariosa stratificazione progressive, nel riff rock sfrenato, nella ruvidità onirica del classico hard stoner. I Colour Haze hanno uno stile unico e riconoscibile, maturato nel corso di una carriera più che decennale. È soprattutto questo il loro grande merito. Nella title track posta in apertura sembra di ascoltare Carlos Santana in pieno acido lisergico, nel gioco di “This” c’è tutto l’amore per la sperimentazione e la libertà creativa, nell’emozionante “Transformation” si vibra sulle corde di un suono che esplode in mille colori. Si chiama psichedelia e i Colour Haze ne sono maestri indiscussi. La seconda parte dell’album ha qualche calo, tuttavia sembra piuttosto un eccesso d’amore verso la materia trattata. Perché quando partono le calde e fragorose onde di “Breath”, i riff incandescenti di “Slowdown”, le vibrazioni fuzz jazz di “Stand In…” e “Rite”, gli inserti acustico orchestrali di “Grace”, il sorriso spunta sul volto e la grandeur acida è assicurata.
Mutevole per fisionomia e struttura, “She Said” non supera in bellezza capolavori del calibro di “Colour Haze” e “Los Sounds de Krauts”. Tuttavia è una boccata d’aria fresca: il trip che il trio è capace di produrre è davvero una liberazione da ogni male possibile.

She said your reality is not determined by what you see, but by what you look out for…

Alessandro Zoppo