Dave Catching – Shared Hallucinations Pt. 1: Sonic Salutations From the Venerable Vaults of Rancho de la Luna 1972-1984

Deus ex machina dei Queens of the Stone Age, fondatore della memorabile creatura desert stoner earthlings?, chitarrista degli Eagles of Death Metal, Dave Catching è una figura leggendaria. Non fosse altro perché è l’uomo che si cela dietro il Rancho de la Luna, lo studio di registrazione di Joshua Tree creato nel 1993 con il compianto Fred Drake. È in quel luogo magico che gente come Kyuss e Fu Manchu ha partorito i propri capolavori. Ma non siamo qui a celebrare un mito che non ha bisogno di essere osannato.

Catching si è chiuso in studio con i suoi tanti amici e collaboratori e ha dato vita al miglior disco “stoner” (virgolette d’obbligo) del 2017. “Shared Hallucinations Pt. 1: Sonic Salutations From the Venerable Vaults of Rancho de la Luna 1972​-​1984”, edito da Dine Alone Records, è un happening tra amici, è una serata di baldoria e piacevoli ricordi, è quel cerchio magico di fratelli e sorelle che non vedi da anni ma poi è sempre come se fosse passato soltanto un giorno o due.

L’approccio richiama inevitabilmente i QOTSA e le Desert Sessions. E a ragione: è Dave stesso che li ha plasmati. Catching, però, ci tiene a precisare che il suo riferimento sono le classiche compilation psichedeliche degli anni Sessanta, dai “Nuggets” ai “Pebbles”. Un pugno di collaboratori fidati, una dozzina di brani che funzionano a meraviglia, una valvola per dare sfogo alla propria creatività.

Che siano i fantasiosi The Dreaded Lovelies (ricordate il primo studio album degli earthlings?) o i Mojave Lords (Bingo Richey è vicino di studio di Dave), il risultato non cambia. Questo disco è un concentrato di canzoni che rapiscono al primo ascolto. Basta ripassare “Ghost Stories”, “Electric Neon Feathered Hair” e “Overdrive”: tre gioielli robot rock costruiti su refrain a presa rapidissima e frizzanti giri di chitarra.

È divertente ascoltare e fare una serie di considerazioni (oltre a divertirsi un mondo, ovvio). “Shake Shake Shake” suona come un girotondo intorno al Mondo Generator. “Your Daddy’s Waitin’” sembra uscita da una jam con Brant Bjork e i suoi Operators. “C’mon Pt. 2” sarebbe stata perfetta su “Sounds of Liberation” dei Ché. Il blues alcolico e sbilenco di “Pretty Bird” sarebbe il ritorno che tutti i fan di Chris Goss e i Masters of Reality attendono da “Pine Cross Dover”. Ci si sente a casa persino quando i toni si fanno languidi (“Candy” potrebbe piacere a David Lynch) e dall’oltretomba spunta la voce di Mark Lanegan (“Ghost”). In effetti, a pensarci bene, in tutti questi progetti e tra tutti questi nomi c’è stato lo zampino di zio Dave. E così il cerchio di chiude.

Attendiamo con impazienza “Shared Hallucinations Pt. 2”.

Dave Catching - Shared Hallucinations Pt. 1: Sonic Salutations From the Venerable Vaults of Rancho de la Luna 1972-1984

Dave Catching

 

Alessandro Zoppo