DELICIOUS – Delicious
Una ragazza dallo sguardo assorto con una stella rossa impressa sulla fronte. Idea quantomeno bizzarra la copertina del disco omonimo dei Delicious. Di trovate strane in realtà ne è pieno tutto il lavoro, una collezione di atmosfere ostiche da comprendere al primo impatto ma altrettanto affascinanti.
Il trio proveniente dal North Carolina (nato nel 1999 e al debutto ufficiale) fa delle visioni surreali la propria arma segreta. Musica strumentale, tre soli brani per un totale di 33 minuti. Già questo potrebbe bastare per comprendere le coordinate logiche della band. Ma sarebbe riduttivo. Tanto quanto cercare di ingabbiare lo stile dei tre nelle pastoie delle definizioni. Diciamo soltanto che quanto proposto si pone esattamente a metà strada tra la psichedelia, il post rock ed il noise. Citare band come Kinski, 35007, Pelican, Karma To Burn o Don Caballero quali referenti principali è del tutto inutile. Ciò che occorre è riconoscere l’assoluta personalità del gruppo e la capacità di risultare stimolanti nonostante la difficile accessibilità della musica.
Prendete i quasi 12 minuti di “Identity” ad esempio: inizia con rumori e spinte ritmiche inquietanti, si placa in vibrazioni psicotrope ed infine esplode in crude deflagrazioni elettriche, scostanti e sostenute. Si può mai citare un punto di riferimento in tale circostanza? Davvero difficile. E certamente i restanti due pezzi non sono da meno. “Nasty bitch roll” viaggia sospesa su placide linee di chitarra e si concede schizzate aperture noise solo quando l’aria è completamente drogata. “Chameleon” gioca con la psych music più fumosa cavalcandone le sensazioni stranianti ed infiltrando al suo interno spigolosi frammenti indie rock.
Capacità ed innovazione quindi. Sono queste le parole d’ordine dei Delicious.
Are you ready for a trancedelic rock explosion?
Alessandro Zoppo