DOOMENICUS – Sacred

Riff ferali e sanguinanti, voce lunare che indossa il peplo della tragedia umana, atmosfere notturne e pietrificate nell’oscurità, attaccamento al verbo di Solitude Aeternus, Warning, Revelation, Paul Chain e tutto il sabba del doom tradizionale degli ultimi tre decenni: i Doomenicus approdano meritatamente al primo full-length dopo la consueta trafila di demo. In realtà non si tratta di ultimi arrivati: il gruppo di Domenico Caruso esiste già dal 2000, e ne risente positivamente l’approccio, fatto di coerenza assoluta e dedizione ferrea.I primi solchi di “Sacred” garantiscono una sequenza di nere gemme quali “Cold Embrace, “You Are Nothing” e “Remember November” (quest’ultimo è anche il monicker dei uno dei vari side-project che vede coinvolti i membri del gruppo pugliese). Lo spirito di Wino e del doom più asfittico aleggiano sull’ultra raggelante (e riuscita) title-track, mentre la solenni “She Haunts You” e “Mercy and Forgiveness” quadrano il cerchio magico tracciato da statue d’alabastro.
Un ottimo album insomma, se siete amanti del doom incontaminato e dei ‘liberatori’ effetti catatonici non lasciatevelo sfuggire.
E non fate caso al fatto che questo disco sia autoprodotto (in modo professionale tra l’altro, sia nel suono che nel formato): per poterlo offrire al pubblico va benissimo così. Peccato che il chitarrista Murnau (non poteva scegliere nome migliore… N.d.A.) abbia dovuto lasciare, rimpiazzato da Malphas, ma la strada dei Doomenicus sarà capace di proseguire inesorabile, ne siamo sicuri.

Roberto Mattei