DOOMRAISER – Heavy drunken doom

Il nero vessillo del doom torna ad issarsi alto nel cielo grazie ai capitolini DoomRaiser. Formazione davvero incredibile per la coesione, la personalità e la compattezza di quanto proposto. E siamo appena al primo demo…Nati dall’estro creativo di BJ (bassista noto ai più per il suo lavoro con i IV Luna), il quintetto ha trovato la sua stabilità grazie al possente lavoro ritmico di Pinna (batteria), ai riff catacombali della coppia formata da Drugo e Valerio (membro dei Green Sasquatch), e soprattutto al talento vocale di Cynar, vero asso nella manica della band romana. La sua voce infatti convince su tutti i fronti, sia quando si tratta di declamare oscure elegie alla musica del destino, sia quando i tratti si fanno più tirati ed occorre iniziare ad aggredire.
Ma è il risultato nel complesso a sorprendere, un misto di doom classico in stile Cathedral, Penance e Solitude Aeternus unito a certe spigolosità sludgy che rendono il piatto veramente ghiotto. Se si pensa che le composizioni hanno anche una durata media che si aggira sui dieci minuti (senza mai stancare) comprendiamo bene come l’entità DoomRaiser sia pronta per il salto definitivo nel mondo discografico.
Lo dimostra sin da subito la stupenda “The age of Christ”, lunga apertura strutturata secondo i più cinerei canoni doom: strofa lenta e soffocante, vibranti wah-wah di chitarra, pause lugubri e il chorus intonato magnificamente da Cynar. Un biglietto da visita che lascia a bocca aperta, provare per credere. La successiva “Lords of mercy” è puro doom catacombale, nero, funesto, poche concessioni melodiche, il basso frastornante di BJ a dettar legge e le solita vocals imponenti a far quadrare il cerchio. Chiude il dischetto “The man that ride the past erasing the remembrance”, colosso che si sposta su un versante più sludge, decisamente marcio, rigenerato solo nel finale da un’azzeccata pausa psichedelica.
Insieme a Green Sasquatch, Misantropus e Grace Killing i DoomRaiser hanno creato un universo unito e coeso. La fratellanza doom non ha confini e i DoomRaiser ne sono la prova. Heavy drunken doom, uh yeah!

Alessandro Zoppo