ETERNAL ELYSIUM – Share

In Giappone mancava solamente qualcuno che suonasse acid rock per completare il quadro di un paese che, non solo artisticamente, assimila, centrifuga, riassembla e personalizza quanto di meglio l’Occidente abbia prodotto. Gli Eternal Elysium colmano questo vuoto con Share, loro secondo lavoro, pubblicato dalla lungimirante Meteorcity.Già il precedente ‘Spiritualized D’ aveva destato ammirazione e sorpresa per come questo power trio riuscisse ad interpretare molto bene lo spirito e i suoni acidi del rock tra fine ’60 e primi ’70, e si sa, l’uso/abuso di sostanze naturali e non abbatte i confini geografici e ci rende tutti più ‘fratelli’.

Allora cavallo buono non si cambia, gli Eternal Elysium sono di quelli che ci sono e non ci fanno, di certo non si prendono troppo sul serio, il che è già una gran cosa.
Come giudicare infatti certe trovate a metà tra il genialoide e kitsch – i coretti da Tarzan su base heavy rock di Dogma, vibrazioni da disco-freak miste a becero rock da stadio in
Movement and Vibes, i rumori della giungla nera ricreati a ‘cappella’ in Fairies Never Sleep – se non il frutto di una creatività che tenta di infondere qualche novità in un genere ormai cristallizzato. Il risultato non è sempre riuscito ma almeno è molto ispirato.

Si parlava di rock acido ma anche doom e psichedelica. Fanno capolino i classici Blue Cheer e Cathedral in Waiting for the Sun e No Answer, brani di rock ossianico viaggianti sugli otto-nove minuti a testa, corde ribassate sotto le mani perché-così-insegna-Tony Iommi e testa tra le densissime nuvole nell’ennesimo joint. Jammare è un’attitudine mentale prima che tecnica, Yukito Okazaki e compagni lo sanno bene, ecco perché spolverano i loro brani con intermezzi ruspanti degni del miglior Santana e citazioni hendrixiane (Love Is All).

Accendete e passate questo ‘Share’…

Francesco Imperato