GEA – Bailamme generale

Il terzo album è sempre quello della svolta nella carriera di un artista. Assunto base che pare non scalfire le convinzioni dei Gea, giunti al traguardo di “Bailamme generare” dopo gli ottimi “Ruggine” e “Ssssh…blam!”. Un album il nuovo che presenta qualche sostanziale novità rispetto al passato: cambio di bassista (la new entry è Roberto Pietrobon), cambio di etichetta (da Santeria a Il Re Non Si Diverte), la presenza di Giulio Favero che ha registrato il disco al Blocco A di Villa Del Conte e l’ha mixato al Red House di Senigallia. Una garanzia per chi suona rock in Italia. E i Gea non fanno affatto eccezione, confermandosi con un disco intenso, tosto al punto giusto, intricato come al solito, fresco e salutare.Roberto e Benny picchiano forte, ritmiche sghembe messe al servizio di Steo, che è sempre il solito istrione: voce dolce, a tratti acida, spesso frenetica come i riff della sua chitarra e le parole che compongono i suoi (sempre intelligenti) testi. Un rock spigoloso (“Via, andare”, “Style”), venato di blues notturno (“Indaco”), a volte pop e rarefatto (chi ha detto Motorpsycho??). La bellezza folgorante di “Aquarello” procede di pari passo con le languide atmosfere di “Agro o dolce?”, il sax che ci pugnala al cuore in “Svizzera rossa” tiene testa alla forza trainante di “Mr. Fantastico”, un pugno in faccia a quella che è l’Italia di oggi.
Are you climbing up? I’m just going on… e così come iniziata la scalata finisce. Con l’esaltazione al femminile di “Fomne”, prima che un nuovo viaggio ricominci. Sempre che non ci perda nel bailamme genere.

Alessandro Zoppo