HEAT – Heat

Nuova band proveniente dalla sempre florida scena stoner tedesca, i berlinesi Heat esordiscono quest’anno con l’omonimo album per la piccola etichetta Electric Magic. Le frequentazioni passate dei membri del gruppo forniscono già un biglietto da visita di tutto rispetto: tra i componenti della band figurano ex membri di Grandloom e Hara-Kee-Rees e soprattutto Richard Behrens, bassista nonchè produttore, attualmente in formazione con gli acclamati Samsara Blues Experiment.Adorate l’heavy psych blues dei Graveyard? Vi ha conquistato lo stoner doom degli Elder? Bene, il sound degli Heat potrebbe stare nel mezzo, meno blues e più sabbathiani dei primi, meno “heavy” e più hard rock blues rispetto ai secondi: uno stoner di ottimo livello, ben fatto, di chiara marca Black Sabbath e che strizza l’occhio a certo hard blues alla Jerusalem o Blue Cheer e a tante altre bands di quei gloriosi anni. Niente di scontato comunque, la loro musica non è mera riproposizione, sia chiaro. Anzi, tutto molto gradevole e sorprendentemente “fresco”.
I primi cinque brani dell’album sono di media durata e tra di essi spiccano l’iniziale “Daymare”, otto minuti di sulfurei riff stoner rock, “Warhead”, pezzo ugualmente tirato anche se con marcate venature blues, “Hamelin” e “Old Sparkly”, ottime accelerate stoner molto coinvolgenti e accattivanti. La sesta traccia che chiude il disco, “Ending Aging”, è un’autentica perla, pezzo memorabile di oltre 15 minuti: una prima metà di puro esaltante blues, lento decadente e con un cantato molto ozzyano; una seconda parte costituita da una vera e propria cavalcata sfrenata nei territori heavy psych.
L’esordio degli Heat è un album che, per gli amanti del genere, è d’obbligo avere.

Alessandro Mattonai