HERETIC’S FORK – Heretic’s fork

Gli Heretic’s Fork sono una doom band proveniente dal New England e attiva dal 2001. Questo cd omonimo è la loro prima uscita e dimostra quanto di buono sia presente nella scena del metallo oscuro di oggi. Il gruppo infatti non si limita a riproporre in modo sterile quanto fatto in passato dai padri fondatori del genere ma elabora la propria proposta in maniera personale e mai ovvia. Il doom degli Heretic’s Fork si abbevera sì alla fonte di Black Sabbath e The Obsessed (indicativi a tal proposito sono i riff catacombali di Ed e alcune parti vocali piuttosto evocative di Adam), ma mostra sempre un taglio originale, vario ed eterogeneo, evidente nella creazione di atmosfere oscure mai fini a sé stesse e nella dinamicità delle ritmiche (opera di Mark al basso e Dave alla batteria).
L’avvio affidato a “Undifined” è abbastanza eloquente: si tratta di un dark sound molto acido, debitore nei confronti dei Soundgarden del periodo “Ultramega Ok”/ “Louder than love”. La successiva “Seed” ha invece un inizio liquido e psichedelico, per poi esplodere in un crescendo rumorista che trova la sua perfetta realizzazione in alcuni giganteschi riff in pieno stile Sleep. Se “Minus one” è un lugubre monolito caratterizzato da richiami “pinkfloydiani”, vorticosi tappeti di tastiere e cadenze marziali, “Sweet life” segue la scia avvolgente e cervellotica che contraddistingue il suono dei Tool, soprattutto nella voce di Adam, molto vicina a quella di Maynard Keenan.

A porre il sigillo conclusivo ci pensano “Aphasinpersilence” e “Embedded”, brani legati tra loro che chiudono il dischetto in modo piuttosto sperimentale, trasportandoci in un gorgo infernale, quasi lovecraftiano, dove ambient e doom si uniscono senza soluzione di continuità…

Gli Heretic’ Fork fanno la loro bella figura di fronte alle altre band emergenti nel grande calderone doom odierno: l’unico difetto è una certa prolissità d’esecuzione, con dei brani un po’ più asciutti avremmo già avuto tra le mani un esordio da incorniciare. Ma la strada da percorrere è lunga e le doti ci sono tutte, basta solo saper aspettare…

Alessandro Zoppo