HEZZAKYA – Drug Metal
Il titolo è tutto un programma per gli Hezzakya. Band canadese giunta all’esordio sulla lunga distanza con questo “Drug metal” che non mancherà di appassionare i fan delle sonorità più stordenti che esistono sulla piazza. In realtà avevamo già sentito parlare di loro qualche tempo fa, in occasione di una demo che non ci aveva proprio impressionati. La gavetta deve aver fatto bene ai cinque di Vancouver, capaci questa volta di mettere assieme dieci brani non certo memorabili ma coinvolgenti, ben scritti ed eseguiti. È certamente l’originalità ciò che fa difetto agli Hezzakya. Il loro stoner rock non inventa nulla di nuovo, prende a piene mani dal mondo di Kyuss e Orange Goblin, con una spruzzatina southern in più, in pieno stile Alabama Thunderpussy. Ma dobbiamo confessare che ascoltando questo cd non ci troviamo affatto in imbarazzo, anzi! La forza del gruppo è nella carica, nell’onestà di base. Che nel sound si tramuta nel giusto equilibrio tra un muro di suono impenetrabile, pause psichedeliche e azzeccate componenti melodiche. Non si può certo rimanere impassibili dinanzi alla coinvolgente “Spirit gun” (posta sapientemente in apertura), al groovy rock di “Bipolar” o all’intensità di “Alone in Texas” e “Weapon”. La voce di Cam è un ruggito, capace però di puntare dritto al cuore. Così come gli intrecci delle due chitarre di Steiger e Sayad, sostenuti dalla possente base ritmica (Nat – batteria – e Gase – basso -). Ritmica che fa faville su “Broken horse”, cavalcata stoner da far accapponare la pelle.Tutto funziona insomma, sia quando si picchia giù duro (l’ultrakyussiana “Mountain”, la feroce “Darkness”), sia quando si pigia il tasto della dilatazione heavy psych (“Muted god”) o quando riff a base di wah-wah scorrono via che è un piacere (“Killing Billy”). Gli Hezzakya si confermano dunque band di un certo calibro, l’ascolto di “Drug metal” è un vero piacere. Quando troveranno un livello compositivo più definito, avremo una nuova realtà pronta a dire qualcosa di importante e significativo nel panorama stoner odierno.
Alessandro Zoppo