HOGWASH – AtomBombProofHeart

Evoluzione è la parola da tenere fissa in mente quando si parla degli Hogwash. Nati come heavy psych band (saranno in molti a ricordare il loro debutto “Fungus Fantasia“) ed indirizzatisi verso canoni più eterogenei e variegati (il precedente “Tailoring”), a distanza di due anni dall’ultimo lavoro tornano con il fatidico terzo album pronti ancora una volta a cambiare pelle. Lo stoner degli esordi è solo un vago ricordo, rimane ancora qualche accenno acido e psichedelico (il misto di sonorità sghembe e sapori anni ’60 della bellissima “Stock phrase” e la solarità lisergica della breve seppur intensa “To become”) ma la strada intrapresa è ormai un’altra.
Nel sound dei nuovi Hogwash si affaccia lo spettro dell’indie rock, il suono è sempre analogico e passionale ma scaturisce da una sensibilità tutta nuova. Emerge l’amore per il lavoro svolto dai primi Karate o da altri gruppi come Black Heart Procession e Acetone. Kyuss e Motorpsycho sono stati solo un punto di passaggio…è però sbagliato cercare per forza paragoni: la personalità di Enrico, Roberto, Giuseppe ed Edoardo è immediatamente evidente, non c’è bisogno di tracciare parallelismi. A parlare ci pensano l’andamento sognante ed etereo della meravigliosa “Better so”, il mood malinconico di “Bribe”, l’emotività che trasuda dai microsolchi di “Sunday morning” e la dimensione onirica in cui ci trasporta “A murder”.

Essenziali ma ricercati, diretti ma sofisticati, stravaganti quanto occorre (basta prendere come esempi la lunatica “Grin” o le prodezze folk di “Keys from the bunch”), questi sono i nuovi Hogwash. Ragazzi motivati e coraggiosi, profondi ed ispirati, aperti al cambiamento ma coerenti prima di tutto con se stessi.

Gli amanti dei suoni più rividi storceranno il naso e si affretteranno a parlare di “tradimento”. Ma chi ha orecchio intuirà subito la bellezza di questo disco. Speriamo siano davvero in molti…

Alessandro Zoppo