HULL – Viking Funeral

Influenze vecchie e nuove, echi di epicità e “progressivo”, sono il mix letale con cui si presentano i newyorchesi (da Brooklyn) Hull, cinque ragazzi immersi fino al collo con la cultura nordica, nonostante il richiamo “southern” della loro proposta. Diciassette minuti di un’intensità inaudita, in cui l’unica traccia “Viking Funeral” è suddivisa in due parti, due “movement” legati da un composizione ad anello.La prima parte ci sovrasta con un thrash-doom d’annata (tra Hellhammer e Celtic Frost) dalle inflessioni sludge, ma lascia presto spazio a divagazioni più propriamente heavy prog che hanno nell’oniricità strumentale di Isis e Neurosis l’antecedente più facile da individuare. Il secondo “movement” inizia a sua volta con le tre (!) chitarre rievocanti un’ondeggiante atmosfera tra post-rock e psichedelia, per poi sfociare nuovamente su binari doom e thrash-core, ricordando da vicino le calde sfuriate dei primi Mastodon. Un prodotto breve ma estremamente variegato che ha permesso agli Hull di accasarsi presso l’indie label di NYC Family Business che farà uscire il debut full-length entro il 2007. Nel mezzo, numerose sortite live e palchi divisi con gentaglia del calibro di Boris, Grief (punto di riferimento costante del loro sound), Municipal Waste e The Sword.
Segnatevi questo nome, forse in casa Relapse ci potrà essere spazio anche per loro.

Giacomo Corradi