HYPNOS – Apple 13
Un altro colpo al movimento psichedelico viene assestato dall’agguerrita Beard Of Stars con la release del nuovo lavoro degli Hypnosis, “Apple 13”. Messisi in luce con il precedente “Medicine works like magic”, uscito nel 1999 su Acme Records, la formazione guidata da Laurence O’Toole, chitarra e voce della band nonché collaboratore di Gary Ramon nei Sun Dial (quest’ultimo presente sul disco in quattro brani e anche in qualità di produttore artistico), sforna dodici tracce che con lo stoner non hanno nulla a che vedere: qui siamo di fronte ad un puro e cristallino pop rock psichedelico, di quello sognante e zuccheroso che ha fatto la storia di gruppi come Beatles, Pretty Things, The Seeds e The Sonics.
Insomma, il pop psichedelico tanto caro alla Bubblegum Music e ai Nuggets viene ripreso e filtrato attraverso le sonorità neopsych che gli stessi Sun Dial o altri gruppi storici come Bevis Frond hanno contribuito a plasmare. Ecco allora passare in rassegna splendide gemme “popedeliche” come “Boat keep sailing” (con i ricami di slide guitar di Ramon a rendere il tutto davvero magico), “Apple 13”, “Shivering sands” e “Headspace detonates”, brani basati su melodie cristalline, suadenti tappeti ritmici e morbidi giri armonici scossi solo ogni tanto da qualche fuzz guitar. O’Toole, mente creativa del disco, si avvale di musicisti di alto valore come Jason Pritchard, Reuben O’Toole, Alex Reed e Darren McFerran: è soprattutto quest’ultimo a rendere le composizioni articolate e dinamiche grazie al suo armamentario di tastiere vintage (piano Wurlitzer, organo, mellotron, harpsichord, moog) che danno una marcia in più a pezzi già di per sé ricchi e suggestivi.
Ascoltare il raga rock di “Stargazer”, l’hammond liquido e commovente di “Do you love”, l’atmosfera fatata della superba “Hush little children” è un tuffo negli anni ’60, riletti però con abilità e graziosa maestria. Ad impreziosire il tutto ci pensano poi ballate rarefatte come “In a silver room” e “Over and over”, tracce che faranno esaltare ogni amante dei soffici suoni del passato.
A questo punto il consiglio non può che essere quello di assaporare questo disco dal primo all’ultimo istante, facendosi stregare da questa magica “mela” così come successe a Biancaneve con quella della strega…
Alessandro Zoppo