JET TRIO, THE – Motoro
Windsor rock city, è questo il motto dei The Jet Trio, band canadese che giunge all’esordio con “Motoro”. Il disco è stato preceduto da un mini di tre brani (due presenti sul debutto più l’inedito “On rise”) ed è prodotto dalla Sturgeon Records, label che lancia gruppi che affollano l’underground dell’Ontario. Geoff (basso, voce), Dave (chitarra) e Jeremy (batteria) sono degli inguaribili romantici che suonano per soddisfare le proprie passioni e dare sfogo al fuoco che li divora: la fiamma del rock. “Motoro” è infatti un tributo alla storia delle sonorità pesanti e distorte, dagli Aerosmith fino ai Fu Manchu, senza alcuna concessione alle tendenze plastificate del mercato discografico odierno. Qui dentro c’è di tutto: rock’n’roll, hard, heavy, boogie, psichedelia. Quattordici pezzi sono forse troppi e spesso si rischia di annoiare appiattendo oltre modo il lavoro, ma quando c’è così tanta grinta, così tanta passione allora ben vengano tali eccessi.In song come la title track, “John the Baptist” e “Shoot it!” scorre il rock’n’roll duro e selvaggio, che riprende dal passato (AC/DC) e dal presente (The Hellacopters). “Mr. Marks”, “Boddington’s day off” e “Headhunter” strizzano l’occhio allo stoner, lambendo i confini del suono partorito dai Clutch, mentre nel caso di “My friends” i tempi rallentano per far posto a tonnellate di groove. Insomma, chi è in cerca di originalità a tutti i costi stia alla lontana, anche perché il resto dei brani viaggia tutto tra l’hard rock dei 70’s e tentazioni heavy psych.
Un’ora abbondante di divertimento e spasso, questi sono The Jet Trio. “Motoro” potrà non piacere a molti. Se vi ritrovate a dire che siete troppo vecchi per certe stronzate (cit.) allora il rock’n’roll ha smesso di battere nel vostro cuore.
Alessandro Zoppo