KANI – Badass
“Bud Is My Trainer” è l’opener di “Badass”, nuovo disco dei Kani ed è un pezzo speed metal Anni 80 come non se ne sentivano da anni! Ma è solo l’inizio. L’omaggio ad un gigante come Bud Spencer merita un pezzo eccezionale e così sia. Il resto viaggia su coordinate hard Seventies punk rock da paura. “Electric Church of Rock” si spiega da sola: Hank Von Helvete dei Turbonegro è morto ed è rinato dentro il corpo non altrettanto grasso del Joker. “Go to Bed With Us” è Dozer, Lowrider, Demon Cleaner ed ora ne siamo certi: i nostri hanno un debole per il rock nordeuropeo di paesi quali Svezia e Norvegia. Terzo pezzo e tre direzioni diverse, non male. Andiamo avanti.Motorhead dei Novanta su “What Doesn’t Kill Me Makes Me Stronger” e a questo punto viene il dubbio di non aver messo nel lettore un cd compilation con tema Mostri Sacri del Rock. Dubbio subito confutato dall’organicità che i nostri sanno dare alla materia rock, che evita il tentativo di emulazione, ma guarda con rispetto chi è passato sulla stessa strada prima di te. E così seguiamo gli odori di Pantera in “The Power of Money” e “Drink’n’Drive”, di Ironboss e Five Horse Johnson in “Badass Bolgie”, di Corrosion of Conformity in “Die Hard” e di Megadeth in “We Bite”, prima del gran finale acustico con “Dancing Star”, blues per voce e chitarra, degna chiusura da manuale hard rock.
Il tutto è mescolato con grazia in un’alternanza di testi d’opposizione al sistema con scanzonature per puro divertimento. Ottimi per chi deve iniziare a comprendere lo spirito del rock’n’roll nelle sue accezioni più varie, senza dimenticare che siamo qui per lasciarci andare. E come dice la Go Down Records nelle note della cartella stampa: It’s only dirty rock’n’roll, but I like it.
Eugenio Di Giacomantonio