KHANATE – Things viral
L’oscura enclave ritorna a far male e il sangue che colerà dalle vostre orecchie sarà copioso, sangue rosso fuoco…
Le ferite inferte dai Khanate (la pronuncia esatta è “Con-eight”) sono profonde e laceranti, il loro misto di doom, black metal e sperimentazioni ossessive conduce in un vortice di dolore e frustrazione. Dopo il clamore suscitato due anni fa con l’omonimo disco d’esordio, Stephen O’ Malley (chitarra, autore di packaging e artwork per gente deviata come Burzum e Mayhem, nonché fautore dei progetti Sunn O))), Lotus Eaters e Burning Witch), James Plotkin (basso, producer, ex O.L.D. e membro anche di Lotus Eaters e Phantomsmasher), Alan Dubin (voce, ex O.L.D.) e Tim Wyskida (batteria, anche con Blind Idiot God) tornano a distruggere quanto di lineare e precostituito la musica abbia prodotto sino ad oggi.
Essere estremi ma senza pigiare sull’acceleratore, anzi, muovendosi in slow motion, provocando un’angosciante senso di stasi: sembra essere questa la filosofia dei Khanate. Qualcuno potrebbe liquidare facilmente questo disco dicendo che si tratta di un pappone senza senso, noioso e privo di idee. Invece è inutile nascondersi dietro queste apparenti giustificazioni, chi apprezza la musica di Earth e Sunn O))) troverà questo disco incredibilmente unico. Ed è proprio sul sound fuoriuscito dell’ultimo lavoro dei Sunn O))) (“White 1”) che “Thing viral” si adagia: vengono messe da parte le sfuriate demoniache in stile Burning Witch per lasciare spazio ad un noise doom acido ed apocalittico che si concede a drones lugubri e attanaglianti atmosfere trance.
Quattro lunghissimi pezzi (“Commuted” e “Fields” sfiorano i 20 minuti, “Dead” e “Too enough to touch” toccano i 10), caratterizzati dalle urla strazianti di Dubin, dall’assoluta mancanza di variazioni ritmiche, da ronzii disturbanti e da un torpore che emerge in ogni singola traccia. Una cappa di suoni malati, un senso di sospensione che viene rotto di tanto in tanto da scosse di rumore afono. Prendere o lasciare, è questo il patto. Chi accetta il gioco conosce il rischio che corre…
I Khanate sono questi, eccessivi, violenti, depressivi. I Khanate sono la rappresentazione delle idee che ronzano nella testa di un serial killer.
Alessandro Zoppo