KONGH – Shadows of the Shapeless

Una ventata di gelo dalla Svezia, ce la portano i Kongh. La nuova uscita della band svedese lascia pietrificati, non permette di pensare. Si lascia ascoltare nella sua inesorabile magnificenza, succhiandoti la linfa vitale. Un totale annichilimento. A disco concluso avrete come la sensazione di aver vissuto un sogno, o un’esperienza oltre questa vita. L’estrema prolissità dei pezzi (cinque per quasi un’ora di durata) contribuisce ad alimentare questa sensazione di straniamento.“Unholy Water” è disarmante, una tetra nenia e poi un unico flusso demonico senza fine, come le acque dell’Acheronte. “Essence Asunder” ci illude ancora una volta col suo incipit ambiguo, per poi catapultarci nuovamente nel fango e nel ghiaccio, tra arpeggi sinistri, riff colossali e urla laceranti. “Tänk På Döden” soffia ossigeno nei nostri polmoni, spartiacque strumentale di caratura elevata. “Voice of the Below” ci mostra l’anima più Mastodon-tica del trio dello Småland. “Remission” nelle vene. La title track chiude questo disco con il solito inganno dell’esordio sommesso, illusione che viene spazzata via dopo appena due minuti. Il resto è doom catacombale intriso di death metal nero.
Ombre senza forma alcuna, che oscurano tutto come fossero liquide. Ombre che sommergono e non lasciano scampo. Capolavoro!

Davide Straccione