LAST STARFIGHTERS – May Silence Never Find Us
Devo confessare che da giorni cerco di scrivere qualche riga su questo EP della formazione italo/brasiliana Last Starfighters. Mi risulta difficile esprimermi in proposito, ma è arrivato il momento di consegnare il lavoro al grande capo, seppur con tempistiche doom. Premetto che la mia titubanza non si riferisce a carenze strutturali del disco, né a mancanze tecniche/emozionali della band. È che probabilmente ne ho sentita troppa di musica ultimamente. Tra le mani mi ritrovo “May Silence Never Find Us”, quattro tracce dal suono curato quanto basta per far sì che il lavoro risulti digeribile. La band propone una mistura abbastanza efficace – sebbene indistinta – di rock che presenta una forte impronta moderna (fine Novanta and so on): in alcuni tratti sembra quasi di risentire il Marilyn Manson delle origini (1994-1997 per la precisione) tra le righe dei primi due brani, “Everything That Rises Must Descend” e “Blazed Stargazer”.
Nella seconda metà l’EP sale a chiocciola e si sposta – continuando a muoversi nella stessa monade temporale – verso un sound più desertico, ripercorrendo più o meno agevolmente i classici del genere stoner. Una sviolinata di chitarre che ondeggiano tra Kyuss e Tool, senza pretese di massima originalità.
Ben suonato, “May Silence Never Find Us” non riesce a convincere sul serio: passa di fronte all’occhio della mente senza reazioni d’istinto. Non è brutto, non è bello: la band deve crescere, il groove della formazione deve crescere.
Che dire, questo disco – io – non l’ho capito. Ma in fondo sono la stessa persona che continua a non capire Mastodon e Pearl Jam, quindi non vedo quale sia il problema.
In fede,
S.H. Palmer