MADRE DE DIOS – Madre de Dios

Dal Mezzogiorno d’Italia, assolato e mediterraneo, giunge l’EP d’esordio dei Madre de Dios. Neonato quartetto barese, fondato nell’agosto 2010 da Stefano “Jesus” Pomponio (chitarra), Gianpaolo “El Mosquito” di Stasi (chitarra e voce, già negli Steiner), dal bassista Gigi “El Flamingo” D’Angella e il batterista Marco “El Ninja” Ninni. Nell’attesa di mettere le mani su un full lenght, vero e proprio terreno di prova, i nostri si cimentano in live e contest, riuscendo a piazzare ottimi risultati. Il loro sound è stoner al 100%, con dosi massicce di hard rock anni 70 e un vago retrogusto di quel grunge così sanguigno ed esplosivo. Stoner di matrice americana, tuttavia molto vicino alla scena italiana, complice la scelta di prediligere canzoni incendiarie e senza compromessi, come nel caso di Gandhi’s Gunn e Alcoholic Alliance Disciples.Registrato in analogico presso i Creepy Green Light Studios di Lorenzo “Funj” Signorile, l’EP omonimo si apre con “High Livin’ in the Sunshine”, esplosione di riff Seventies e amplificatori Orange che rendono perfettamente omaggio a tutti quei gruppi che hanno scelto la strumentazione di Cliff Cooper. “Ordinary Man” è la canzone più orecchiabile ed immediata del lotto, dall’anima blues ma rivestita di hard rock e stoner, con qualche capatina negli anni 80. Comunque sia, un mix di Led Zeppelin, Grand Funk Railroad e southern rock. La voce di Stefano, aka Sgt. Pompeaux, ricorda quella di Zakk Wylde e di Ben Ward degli Orange Goblin: raschiata dal whiskey e bruciata dalla polvere del deserto stoner. L’acida e figlia degli anni 90 (leggi Monster Magnet e space rock) “Orbit” è la degna chiusura di un EP che ci lascia speranzosi e allo stesso tempo fortemente incuriositi perché, diciamolo francamente, tre tracce sono poche anche se possono rappresentare un gustoso aperitivo in attesa di una portata più sostanziosa. Una postilla per gli adetti ai lavori: i ragazzi sono in cerca di una etichetta che voglia produrre il loro full, quindi andate sul MySpace ufficiale oppure rivolgetevi a Maria De Filippi.

Gabriele “Sgabrioz” Mureddu