MARCELLO CAPRA – Preludio ad una nuova alba
«Fonti d’ispirazione: Lulù, Praga, il buon vino, la costa turchese, i temporali, Valle Stretta, Paesi Baschi, treni lenti, la Toscana, i grandi del mio strumento». Basterebbero già solo queste poche note per comprendere la genuinità e l’ispirazione di un musicista come Marcello Capra, nome noto ai più per il suo passato con i Procession, storico gruppo progressive torinese.’Preludio ad una nuova alba’ è il suo ultimo lavoro e testimonia una crescente voglia di rinascita, per questo “chitarrautore” che gioca tutte le proprie carte imbracciando la fidata Ovation Legend acustica e dandoci dentro di flatpicking. Quindici tracce strumentali che poco hanno a che vedere con la tradizione ortodossa del rock (nonostante Capra sia cresciuto a pane e Jimi Hendrix): qui siamo al cospetto di un folk diviso tra spunti blues, ispirazioni psichedeliche, sguardi ad Est e gli influssi di grandi chitarristi compositori del calibro di John Martyn, Tim Buckley e Anthony Phillips.
È dal 1978 che Marcello Capra ha fatto di questa passione uno stile codificato e multiforme. Dai tempi di ‘Aria Mediterranea’, fino ad arrivare a questo nuovo album (l’ottavo da solista) che consacra anche la collaborazione con il produttore Beppe Crovella, altro nome noto ai prog maniaci per la militanza negli storici Arti & Mestieri. Un flusso sonoro che per un’ora ci accompagna da Oriente (“Danza turchese”, “Danza russa”) a Occidente (“Tipsy Guitar”, “La-sol-fa-mi”), ricco di suggestioni mediterranee, tradizioni mitteleuropee e visioni mistiche. Tra tutte le composizioni, spiccano le trame fitte e ammalianti di “Preludio”, le avventure ritmiche giocose, intricate ed intriganti di “Corsari” e la conclusiva “Aura”, un piccolo gioiello che guarda ai Led Zeppelin dall’afflato gaelico inserendo tocchi magici di chitarra elettrica (Gibson Les Paul, ovvio) ed i vocalizzi delicati di Laura Ennas.
‘Preludio ad una nuova alba’ è un disco davvero suggestivo. Da assaporare come un buon bicchiere di vino. Con calma, senza fretta, seduti a contemplare un nuovo giorno che sta per nascere.
Alessandro Zoppo