Masters of Reality – Flak ‘n’ Flight

Ci sono aspetti fondamentali da tenere a mente quando si ascolta un disco dei Masters of Reality: l’attitudine, la classe e l’eleganza nonché l’energia e il groove che si sprigionano dalle canzoni dei ‘Maestri’! Inoltre alla band, on stage, è sempre stato riconosciuto un certo talento non comune e questo live in particolare è semplicemente fantastico!

Sin dall’intro elettroacustico tratto da una parte di “Ballad of Jody Frosty” che sfocia nell’open acustico e controtempo di drum ‘n’ bass in “Deep in the Hole”, title-track dell’ultimo ottimo album.
Elettrica ed avvolgente “Third Man On the Moon”, magnificamente cantata da un ispiratissimo Chris Goss. Una illuminazione sovrannaturale sembra che lo avvolga durante le esibizioni live.

Geniali interludi acustici riempiono spazi vuoti tra una canzone e l’altra e nel dettaglio, l’intro di “Why the Fly”, psichedelico e penetrante, rende irriconoscibile il pezzo stesso fino a che Chris non inizia a cantare, per finire in uno spettacolare ed elettrificato assolo che si differenzia quasi del tutto dall’originale. Fantasiose improvvisazioni confermano l’incredibile fantasia di questo strabiliante artista.

Momenti di rilassamento e di ‘interazione’ con la platea che rasentano la magia sono la prosecuzione verso ‘Rabbit One’ nei cui periodi brevi/eterni mr. Goss e il resto della band, in perfetta sintonia in una eccezionale jamming session, fanno volare il pubblico: brevi ed elettrici assoli targati Josh Homme tagliano la base di basso e batteria di John Leamy e Nick Oliveri, eleganti e discreti, nessuno vuole strafare o scavalcare gli altri per dimostrare bravura o tecnica esecutiva, non ce n’è bisogno.

L’energia live dei Masters of Reality

La trascinante ed energica “John Brown” viene introdotta da una doppia chitarra, la prima è acustica: improvvisa la ritmica portante trasformandola in un boogey stoppato; l’altra è elettrica e staglia assoli brevi e veloci. Il risultato è fantastico. La song prosegue per oltre sette minuti tra altalenante cadenza ed energico cantato per finire in una avvolgente ovazione del felicissimo e privilegiato pubblico.

Un impareggiabile Mark Lanegan, fresco dell’esperienza con i Queens of the Stone Age, ‘presta’ la voce in “High Noon Amsterdam” e si rivela probabilmente uno dei migliori pezzi del live, difficile scegliere.

Queste sono le cose da tenere a mente quando si deve decidere se acquistare o meno un disco dei Masters of Reality e, secondo il nostro parere, non ha importanza se si hanno tutti gli altri album precedenti… il fatto è che questo live (come fu a suo tempo “Live at the Viper Room” al Sunset Strip Nightclub di Johnny Depp… sì, l’attore) è stupendo, registrato con altissima qualità audio e appartenente ad una delle più ‘gustose’ formazioni degli ultimi dieci anni.

Un’ultima cosa: mai come in questo momento c’era bisogno di un live che non sia ‘solo’ divertimento ed energia, ma anche partecipazione e complicità con il pubblico, nonché grande feeling tra i componenti della sezione musicale, regalando grandi emozioni.

Peppe Perkele