MAXMILLION – Maxmillion

Altra uscita estrema in casa Retribuite: questa volta la label inglese pesca dal suo cilindro una band davvero devastante, tali Maxmillion. Scorgendo la biografia del trio americano si legge che Bobby Ferry (voce e chitarra) e Jason Corley (batteria) sono già stati compagni d’avventura nell’esperienza dei 16, sludge band autrice di un album considerato un classico del genere, tale “Drop out”. Ora i due, coadiuvati al basso da Chris Jones, ritornano sulle scene con un disco d’esordio oscuro, potente e perverso.
Le coordinate stilistiche non si discostano molto da quelle del loro precedente gruppo, orientandosi su un genere abbastanza arduo all’ascolto che miscela sludge, metalcore, doom, thrash e death. L’obiettivo sembra voler essere quello di comporre musica cupa e pesante fino al parossismo, in un modo che in quanto a paragoni può richiamare solo i Bloodlet e per certi versi gli ultimi Carcass.

Brani come le iniziali “Waste of relations” e la successiva “The angel that fell through earth” mostrano una band compatta e desiderosa di spazzare via ogni resistenza in chi ascolta, con le vocals urlate di Bobby perfettamente amalgamate al wall of sound della sezione ritmica. Le chitarre sono sempre granitiche e aggressive (esempi ne sono l’impatto deathcore di “Night of the permanent scar” e l’assalto metallico di “Dilated eyes”), mentre l’unico momento di parziale respiro lo dona “Pure black”, song che parte acida e dilatata per poi concludersi in modo sulfureo e apocalittico. Le visioni cupe e distruttrici dei Maxmillion continuano ad assumere forme esasperate anche nelle restanti tracks: “Cold steel warm heart” è puro sludge metal tirato e deviato con accelerazioni al limite del grind, “Burning the life” unisce la l’ossessione soffocante del doom alle schizofrenie dell’hardcore, la conclusiva “Designed by the vultures” è il perfetto finale per un viaggio così opprimente…

Una proposta senza dubbio difficile quella dei Maxmillion, molto distante dai soliti canoni espressivi. Chi è in cerca di qualcosa di lineare e facile ne stia alla larga, chi invece è affascinato dal lato oscuro e macabro della musica si faccia sotto, qui troverà pane per i suoi denti…

Alessandro Zoppo