Maya Mountains – Hash & Pornography

Dopo l’EP autoprodotto datato 2007, i Maya Mountains sono finalmente riusciti a compiere il salto più grande con la pubblicazione dell’album d’esordio grazie all’apporto della Go Down Records. Il trio di stanza a Mestre, composto da Alessandro (voce, basso, synth), Marco (batteria) ed Emanuel (chitarrista ed ultimo entrato a far parte dell’attuale organico), ce l’ha fatta.

Hash & Pornography” è un concentrato di stoner, hard, punk, psichedelia, grunge e quel pizzico di melodia contagiosa che ne ha accentuato l’adrenalina e che probabilmente mancava nella loro precedente uscita: dieci brani eccitanti sempre sotto l’attenta regia del “mitico” Giulio Ragno Favero, coadiuvato in questa occasione da Manuele Fusaroli in sede di mixaggio.

Ora il sound del gruppo si è fatto decisamente più a fuoco. A partire dall’opener “Spring” dove riecheggia lo space rock dei Monster Magnet, oppure nelle chitarre sature di “Cosmic Comic” che sanno tanto di Kyuss o ancora nel robot rock di “Fire Entrance” degno dei migliori QOTSA.

Non manca loro l’ironia (“My TV, My Sofa, My Food”) e la voglia di trascinare con potenti schegge grunge punk (“Dead Hurricane Saw”). Il trio possiede tutti gli ingredienti per poter emergere grazie ad una proposta eterogenea e coinvolgente. Bello pure l’artwork, pieno di colori, immagini femminili e trip psichedelici che riportano alla luce gli anni settanta.

Menzione finale per la fenomenale “’74”: è come se i Led Zeppelin, alle prese con il punk, fossero successivamente spediti nello spazio più profondo in un viaggio senza ritorno. Sedici minuti di autentico delirio sonoro post psichedelico.

Meglio di così da un debutto non è possibile pretendere. Dopo Doomraiser, Zippo, Skywise e Midryasi (e ne dimentichiamo sicuramente altri), alla prolifica scena stoner italiana aggiungete pure un altro nome. Quello dei Maya Mountains.

Cristiano Roversi