MELVINS & LUSTMORD – Pigs of the Roman Empire
Quindi, i Nirvana dopo 3 album li ritroviamo così: un politico, un batterista baldracca, un pirla morto suicida che rovina le menti dei ragazzini riempiendoli di immonde stronzate come “I hate myself and I want to die”. Grazie a dio si è levato dalle balle. Poi i Pearl Jam, dopo 3 album stupendi hanno passato gli anni a fare bootleg, dvd e altra monnezza riciclando il loro stile, però, almeno loro sono ancora in piedi. Poi i Mudhoney, a loro tanto di cappello. Gli Alice In Chains, purtroppo, ci han lasciato. Gli Screaming Trees di Lanegan… andati.E poi chi c’è? Mah, ci sarà di certo qualche altro povero pirla, che va in giro dicendo “granj”. Ma ‘sto grunge, una buona volta, ormai son passati dieci anni, qualcuno mi spiega che stracazzo è? No perché io mica l’ho capito, che hanno i Mudhoney in comune con i Nirvana? Ah, il luogo di nascita… e poi? Ah sì, che pirla, non ci ero arrivato. Sono tutti fan dei Melvins. Tutti, nessuno escluso, erano/sono fan dei Melvins, i primi veri grungers. Ma, piccolo particolare, gli altri dove sono? Eh? Andati… scomparsi… portati via dalle sabbie del music biz… sciolti come cacca nel deserto.
I Melvins, ridendo e scherzando, nel 2004 hanno pubblicato il loro trentunesimo lavoro. Scandite bene, trentunesimo. E non ce n’è uno brutto, non hanno mai deluso, i Melvins, sono i Melvins, sono Seattle, sono il grunge. Il grunge non è morto: non è mai esistito, basta dire Melvins. Amo quest’uomo con i capelli come un autoclave, anche perché di donne ne capisce a palla. Basta vedere la traccia numero 6 di questo cd. Rock’n’roll, sempre & comunque rawk and rawl. Più li ascolto e più mi chiedo come ho fatto a vivere senza di loro, basta vedere il titolo della traccia numero 6 di questo cd.
Pier ‘porra’ Paolo