Moccasin – Last Leaf
Riverberi oscuri, echi di luoghi lontani, una musica senza tempo. È questa la sensazione che emana “Last Leaf”, opera prima dei Moccasin. Quattro ragazzi di Denver (Eddie al basso, Ryan chitarra e voce, Scott alla chitarra e James alla batteria) capaci di sinterizzare in otto canzoni ben quarant’anni di rock.
D’altronde basta partire dai padri della psichedelia (Pink Floyd, Velvet Undergound), passare per le svolte di mezz’età (Spacemen3, Loop, Chrome, Swervedriver, Sonic Youth) e giungere alle colorate, visionarie emanazioni odierne (Dead Meadow, Comets On Fire, The Black Angels). Ecco trovata la soluzione.
Il risultato è davvero sorprendente, soprattutto quando superbe melodie vengono servite su un piatto di fuzz, wah wah e ritmiche infuocate (“Ezra’s Ghost”, “Above the Sound”, la meravigliosa “Tudor Moon”). La paralizzante bellezza di brani come “Call the Captain” e “Emeral Shadow” fa il resto. Anche perché quando c’è da affondare nella pura astrazione acida ci pensano “RTF” e la delicata, struggente “Written in the Wind”, con la loro andatura piacevolmente soffocante.
“Last Leaf” è un misto di acid, indie e psych rock che seduce ascolto dopo ascolto. Come ha detto qualcuno, i Moccasin sono i Dead Meadow che sbattono contro un palo elettrico. Disco rivelazione del 2006.
Alessandro Zoppo