MONDRIAN OAK – Demo

In attesa di continuare ad ampliare il loro repertorio, i Mondrian Oak incidono questo primo rehearsal demo di oltre 16 minuti e dalla qualità di registrazione ben oltre la sufficienza, ovverossia un antipasto servito dai tre freaks (insieme dall’autunno 2007), che hanno ricevuto diversi elogi nelle profondità dell’underground nostrano, partecipando anche a festival come Vibes From The Hill e Homeless Rock Fest.Il progetto sperimentale Mondrian Oak si inserisce nell’attuale scena che in Italia sta finalmente trovando lo spazio che merita, grazie a gruppi eccellenti come Vanessa Van Basten, Three Steps To The Ocean, At The Sundown, Last Minute To Jaffna, Morkobot (giusto per citarne alcuni), molti dei quali raccolti nella fondamentale compilation NeuroSounds.
Non ci sono violini, synth, tastiere, voci femminili e strumenti etnici, ma la suggestione evocativa post-psichedelica si concentra negli intrecci strumentali tradizionali, forte dell’alternanza tra riff pesantemente angoscianti e intimiste divagazioni acustiche, capaci di allargare gli orizzonti spazio-temporali con la dovuta perizia.
I riferimenti d’obbligo sono Neurosis, Jesu, Isis e Pelican, anche se la cattiveria metallica con cui esplode la tregenda di “Planets Collide” rimanda pure a oscure esperienze avantgarde black-doom come Aarni e Unholy, o altri nordici colossi privati delle componenti industrial e/o gothic (Opeth e Red Harvest), prima di sopirsi in frattalici arpeggi psych. L’angosciante, impenetrabile “Harvest” si inoltra definitivamente in questi sconfinati territori sovradimensionali, e l’interiore melanconia di “Drift” cita liberamente Irepress e Asva, con la chitarra tagliente e mesmerica di Francesco ancora in evidenza, degnamente supportata dalla potente (e già dotata di buona fantasia) sezione ritmica di Stefano e Matteo. The rest is silence

Roberto Mattei