MOON, THE – In phase

Storia affascinante quella degli svedesi The Moon. Nascono e muoiono nel giro di pochi anni intorno alla figura di Fredrik Ronnqvist (chitarra), ex membro dei fantastici Qoph. Desideroso di nuove avventure sonore, Fredrik decidere di cambiare aria e lo fa assoldando l’amico Anders Franzén (voce) ed in seguito Kent Klang (chitarra, basso) e Federico Da Costa (batteria), anch’essi nel giro Qoph. Siamo tra il 1995 e il 1997, periodo di deflusso, in cui il grunge ha abbattuto e fatto ricrescere e il rock ripensa a se stesso.Ai quattro ciò interessa poco perché la magia di un disco come “In phase” porta chiari ed evidenti i richiami al passato. La grande psichedelia degli anni ’60, l’hard rock dei ’70, la gloriosa tradizione del progressive. Il tutto elaborato con una vena romantica e al tempo stesso oscura, che evoca gli immensi paesaggi scandinavi innevati durante lunghe e fredde notti. Tanto che Ronnqvist dopo lo scioglimento della band ha abbandonato completamente il mondo della musica e si è rifugiato nel suo “Dark countryside” (uno dei brani più convincenti del disco, abile miscela di prog psichedelico, estasi chitarristica, melodie sotterranee e rock cupo). Si tratta proprio di uno dei primi pezzi composti dal gruppo, insieme all’iniziale, evocativa “An experience” e alla lunga, elaborata “Honeymoon’s end”, tutta ritmiche dinamiche, chitarre sognanti e un vivace inserto di armonica. “Beatify me” ha un impatto melodico notevole, che rimane impresso sin dal primo ascolto. “World full of joy?” e “Moonstruck masquerade” sono episodi di trainante heavy blues come solo Cream, Mountain e Blue Oyster Cult erano in grado di comporre. “Karma” vive di un esotismo lisergico tanto caro a gruppi quali East Of Eden e Blues Magoose, mentre “Open closet doors” è una sorta di epitaffio malinconico per ciò che non c’è più. È dunque un ascolto stimolante quello di “In phase”, lavoro che ci restituisce un gruppo di cui ci auguriamo sentir parlare anche in futuro. Per ora un sentito ringraziamento va alla Nasoni Records che ci ha restituito questo tesoro sepolto in una lussuosa edizione in vinile.

Alessandro Zoppo