MOTHER OF GOD – Anthropos

La scrittura di un album è senza dubbio un percorso difficile, coinvolgente a tal punto da mettere a nudo la propria identità sia come singolo uomo, portatore di credenze e valori individuali, sia come parte integrante di un insieme di soggetti presumibilmente teso verso il progresso della propria condizione di vita ed inesorabilmente legato alle sorti del mondo che lo ospita. Il disco in questione sembra voler racchiudere entrambe le facce della medaglia. “Anthropos” è il titolo del primo full-lenght dei Mother of God, quartetto svedese nato nel 2008 che in breve tempo pubblica due EP di indiscusso valore, tanto da invogliare un’etichetta come la Small Stone, ad accogliere la band sotto la propria ala protettiva. Nonostante le buone premesse e i ripetuti ascolti, l’album fatica a decollare.Articolato in dodici tracce mediamente di breve durata, il disco affonda le proprie influenze prevalentemente tra le strade grunge di Seattle (Soundgarden ed Alice In Chains su tutti), lasciandosi per brevi tratti suggestionare da sonorità degli anni 60 e 70 (The Doors, Led Zeppelin) e da rievocazioni sabbathiane. Il risultato finale evidenzia un sound in cerca d’identità, intrappolato tra la rilettura in chiave stoner del proprio bagaglio artistico (efficace in brani come “To Live” e “Lucy”) e la ricerca di nuove vibrazioni, più moderne, forse non ancora del tutto affinata. Ci consoliamo con il fatto che i Mother of God, lasciano trapelare sensazioni d’incompiutezza e buoni margini di miglioramento.
Infine, alcune informazioni di servizio: la band, attualmente impegnata in tour europeo in compagnia della band Abrahma, ha reso disponibile “Anthropos” in formato digitale che sarà pronto fisicamente per febbraio 2013.

Enrico Caselli