MOTHER TRUCKER – The last ride of Dr. Sanchez

I Mother Trucker rappresentano senza dubbio una boccata d’aria fresca nel panorama underground inglese. Non perché al momento non esistano band valide nel sottobosco britannico, ma solo perché questi quattro ragazzi di Birmingham hanno dalla loro grinta, classe e determinazione. Il debut “The last ride of Dr. Sanchez”, completamente autoprodotto in classico stile DIY, affascina e sorprende a partire dallo strano ed intrigante titolo. Un lotto di sei brani per oltre mezz’ora di musica che incanta con il suo mix interamente strumentale a base di heavy psych, indie e post rock.Immaginate un connubio dove si fondono la sublime grazia stoner dei Kyuss, l’astrazione psichedelica di Pelican e Isis, le derive delicate dei Mogwai e la potenza (senza cattiveria) dei Karma To Burn. Il risultato che esce dallo shaker è il prodotto Mother Trucker. Un cocktail che non nausea né annoia, anzi, produce rimpianti per l’esigua durata. Tanto che quando il lettore si ferma alla fine del cd si è ansiosi di un nuovo sorso… D’altronde tanta acutezza compositiva ed esecutiva non è roba da tutti i giorni. Già la sola traccia iniziale (“Truckers of steel”) vale di per sé l’acquisto: riff e ritmiche corpose che prima scuotono, poi cullano, infine gettano l’ascoltatore nel mondo dei vivi. Stesso schema che fa la fortuna di “Waxing the shaft” e “Sex wound”, brani in cui convivono felicemente rock aggressivo e pause psichedeliche, fisicità muscolare e viaggio onirico.
Un punto in più lo merita anche il fatto che l’assenza della voce non si fa rimpiangere, essendo ben rimpiazzata dalla cascata di note prodotta dalle chitarre e dalla base ritmica, davvero forsennata nelle sue escursioni maggiormente tirate (“Truckasaurus rex”). Insomma, tutto funziona alla perfezione. Anche perché quando i feedback e i bassi lisergici che chiudono “Fan on fan off” giungono alla fine si ha la netta sensazione di aver assistito ad un fantastico spettacolo. Davvero bravi i Mother Trucker, sentiremo presto parlare di loro.

Alessandro Zoppo