MY SLEEPING KARMA – My Sleeping Karma
Che sorpresa i My Sleeping Karma! Forse non tutti ricordano The Great Escape, fuzz rock band molto nota a livello underground grazie ad alcune interessanti uscite (“Ride on” nel 2001, “Escape from reality” nel 2003, “Nothing happens without a dream” nel 2005). Il gruppo ora non esiste più ma membri di quella formazione (Matte – basso – e Steffen – batteria -), unitisi a Seppi (chitarra) e Norman (tastiere), hanno dato vita ad un nuovo progetto, My Sleeping Karma. Dopo un EP d’esordio i quattro giungono al debutto sulla lunga distanza con questo album omonimo edito dalla sempre attenta Elektrohasch di Stefan Koglek. Quanto si ascolta nei 45 minuti di durata del cd è un heavy space rock strumentale super psichedelico che non mancherà di ammaliare e rapire chi adora Hawkwind, Ozric Tentacles, Liquid Sound Company e soprattutto i maestri 35007.Certo, non c’è grande originalità nella proposta del gruppo ma quanto si assapora tra questi microsolchi è manna dal cielo per chi ama il rock psichedelico. Lo dimostra fin da subito “Intention”, che parte in modo liquido e avvolgente per poi esplodere in una valanga ultra acida. Anche “23 Enigma” segue questa scia: avvio delicato e lisergico, eruzione vulcanica a base di riff magmatici, ritmiche impazzite e tastiere infuocate. “Hymn 72” sintetizza i tempi ma non i modi, puntando su un impatto stoner ricco di groove. “Glow 11” è un emozionante tour de force di oltre 7 minuti che fa volare alti nello spazio siderale, “Drannel Xu IIop” è la rappresentazione sonora del ciclo di morti e rinascite del Saṃsāra.
Un aspetto spirituale quello dei My Sleeping Karma che trova definitivo compimento e totale esemplificazione nella conclusiva “Eightfold path”, il sentiero per raggiungere la fine delle sofferenze. Un percorso di meditazione che passa per un sound ricco di sfumature: aggressivo, ammaliante, teso, evocativo, riflessivo. Un caleidoscopio che mostra alla perfezione la purezza d’animo e d’ispirazione di questa grande band.
Alessandro Zoppo