NUMBAH TEN – The end…of the beginning

Continuano a convincere i demos di giovani gruppi stoner provenienti dalla fucina Svezia. Questa volta tocca ai Numbah Ten, giunti ormai alla terza uscita e purtroppo ancora senza un contratto discografico. Sottolineiamo il purtroppo dato che i tre ragazzi (Gregory alla batteria, Mattias voce e chitarra, Per basso e voce) di potenzialità ne hanno davvero tante. Innanzitutto un sound fresco e spumeggiante che pur senza brillare per originalità risulta tosto ed ispirato. In secondo luogo per la registrazione dei brani, impeccabile per un demo. Infine per la bravura strumentale e la vena smaccatamente stoner che anima le composizioni.Appena parte il cd infatti ci si ritrova a muovere testa e piedino sulle note rocciose di “No way out”, focosa track d’apertura che sembra provenire dal cuore heavy psych svedese di Awesome Machine, Dozer e Sideburn. Altrettante emozioni ce le regala “Utilize utopia”, sassata basata su un riff circolare che provoca un piacevole stordimento e sulla prova vocale di Mattias, tanto passionale quanto un novello John Garcia.
Ma i migliori colpi devono ancora venire. E sì, perché la successiva “Trip of madness” è il vero gioiello del lavoro: otto minuti di puro heavy rock psichedelico, contrassegnato da un’apertura sognante e dalla successiva colata di riff che gettano la nostra mente nel vortice più acido che possa esistere. Una fusione intelligente di trame e motivi che vanno dalle aperture slow degli Sleep alle mazzate targate Kyuss, per concludersi con una coda jazzata che fa aguzzare le orecchie.
Non paghi di tanto splendore, troviamo ancora gioia nel passaggio strumentale della fuzzata “Olympus mons”, nella melodia a presa rapida di “Wicked black fever” (classico pezzo che fa venir voglia di uscire in strada e gridare a squarciagola “stoner!!!”) e nella compattezza della conclusiva “Sea of leaves”. Una chiusura con i fiocchi per una dischetto che non fa una piega e tiene alto il tiro dall’inizio alla fine.

Alessandro Zoppo