OMEGALORD – Omegalord EP #2

Philadelphia è il luogo di provenienza di una nuova ed oscura entità chiamata Omegalord. L’ambito di riferimento è il doom, quello duro e puro di gruppi come The Obsessed, Spirit Caravan e Saint Vitus. Tuttavia nelle cinque tracce che compongono l’omonimo minicd d’esordio della band si respira anche una certa atmosfera fumosa derivata dallo stoner rock e alcune partiture così tirate da appartenere all’almanacco del metal.
L’originalità non è certo il punto forte di questi cinque ragazzi, ma la carica plumbea che traspare dai brani qui presenti è senza dubbio meritevole di lode: si dimostrano all’altezza della situazione le chitarre granitiche della coppia Deebo e J.Sun, altrettanto corposa risulta la sezione ritmica (composta da Dirt al basso e Deadbrook alla batteria) così come la voce possente ed evocativa del singer The Reverend. Il miglior pezzo del lotto è di sicuro “Beatin’ the dead horse”: il giro di basso iniziale lascia subito il posto a riff asfissianti ed epici, mentre le parti vocali si fanno sempre più melodiche fino ad esplodere nel refrain condito da egregi assoli di chitarra.

Per il resto una song come l’iniziale “21st century earth” dimostra tutto l’amore incondizionato della band per i padri Black Sabbath e per sonorità accelerate di chiara matrice metal, sempre con la voce roca del “reverendo” a disegnare lugubri paesaggi apocalittici. “Bury the sun” e “Living in chains” evocano invece le sonorità buie di Cathedral da una parte e Goatsnake dall’altra, con costanti tratteggi inquietanti nelle liriche e ossessivi nelle ritmiche. La conclusione è infine affidata a “Already dead”, song d’impatto che privilegia la velocità travolgente al lento decadentismo.

Come biglietto da visita non c’è male, questo debutto degli Omegalord testimonia di una band preparata e decisa, che se in futuro agirà in misura migliore in fase di songwriting saprà certamente far parlare di sé.

Alessandro Zoppo