OVO – Crocevia

Tornano i terroristi del suono Bruno Dorella e Stefania Pedretti alias gli Ovo. Dopo una serie di concerti un po’ ovunque e cinque album danno alle stampe a due anni di distanza da “Miastenia” questo nuovo lavoro, “Crocevia”, che segna un cambiamento, anche se non radicale, rispetto al passato.Registrato nei mitici studi Seizure Palace di New York, dove in passato sono stati ospiti nientemeno che Naked City, Sonic Youth, Unsane, Swans, l’album inizia in maniera violenta con la convincente “Ostkreuz”. E’ un suono compatto, crudo ma forse meno distruttivo a quanto sentito recentemente dal duo. L’aspetto noise viene (in parte) assorbito da una foga hardcore comunque sempre carica di un pessimismo che diviene sofferenza. Prova ne sono “Croce del Sud” in cui la seppur minima speranza nel futuro viene a cadere e “Case bruciate” che si muove sulla scia della precedente. La voce (?) è un rantolo di disgusto senza ritegno che si inserisce in un caos sonoro (in)controllato.
Risulta altresì difficile trovare parole per esprimere ciò che fanno realmente gli Ovo; potremmo parlare di una forma di grindcore o art punk futurista (come nella schizzata “Tiki 2020) oppure ambient doom nella conclusiva “Via Crucis”, forse il pezzo che si distacca maggiormente con il passato mentre nell’ambiziosa titletrack, il drone dei SunnO))) viene preso a lezione e successivamente ricoperto da tonnellate di rumore al limite del collasso nervoso.
Ma al di là di tutte le etichette che si cercano per descrivere le gesta del gruppo (o forse è meglio dire progetto?) siamo di fronte ad una delle realtà più intriganti e complesse degli ultimi tempi uscite dalla cosiddetta scena sperimentale di casa nostra. Questo è quanto.
Un disco consigliato ovviamente a chi già conosce la “materia” e a coloro che coraggiosamente vogliano esplorare nuovi territori confinanti con l’estremo. Si astengano gli altri.

Cristiano “Stonerman 67”