PAUL CAT – Collage Creation

Si scrive Paul Cat, ma si legge Paolo Catena, ovvero Paul Chain. Sì, perché nonostante da anni sia calato il silenzio assoluto sul suo nome, Paolo è attivo come non mai e sembra che per il futuro ci stia riservando parecchie sorprese. Da alcuni anni Paul ha avviato un suo sito dal quale è possibile ascoltare e scaricare gratuitamente i suoi ultimi lavori. Di questo “Collage Creations” fino a qualche mese fa erano disponibili solo pochi sampler di qualche secondo, mentre ora i brani sono stati “caricati” nella loro durata totale ed è così possibile ascoltare il lavoro per intero.Essendosi liberato da ogni vincolo contrattuale/discografico e stando ormai fuori da ogni regola del music business, Paolo non mette limiti alla sua creatività, e questo “Collage Creations” può ricordare le sue vecchie cassette “Relative Tapes”, ovvero quelle incisioni dove Paolo includeva brani di ogni genere musicale, magari senza un apparente filo conduttore. Capita così di passare da bravi squarci acustici (“To Fall and Up”, “Winter Landscape”) ad improvvisazioni free rock (“Translate Introduction” , “Two Guitars and…” e “Nowhere”), per arrivare a brani sinceramente imbarazzanti come “Attack of Mix Drums” (un rudimentale assolo di batteria) e “Point of Echoes” (un superfluo assolo di chitarra).
Ma stiamo parlando di Paolo Catena, non dell’ultimo arrivato; ed infatti, quando ormai le speranze sembrano svanite, ecco arrivare canzoni come “Sunrise Energy” (una suite che vive sull’incontro/scontro fra porzioni ambient e frequenti incursioni di chitarre psichedeliche), la lunga “Crazy Cat Guitar Improvisations” che rappresenta il Paul Chain style che non morirà mai, ovvero quello delle lunghe jam session dove la chitarra viaggia su lidi blues/psichedelici accompagnata da una ritmica dal passo cadenzato. Infine la spettrale “Gain Floor“, uno dei migliori brani dark mai composti da Paolo, una canzone che serve a ricordare a tutti chi sia il Maestro del doom italiano, un’oscura cantilena che pare venire direttamente da capolavori passati come “Detaching from Satan”, “In the Darkness”, “Life and Death” ed il mitico “Alkahest”.
Aspettarsi un nuovo album di Paolo tutto improntato su questo stile è chiedere troppo, in quanto il nostro ha scelto la strada dell’autoproduzione proprio per svincolarsi da schemi stilistici prestabiliti. Resta comunque l’enorme soddisfazione di sentirlo ancora in grado di partorire alcune gemme che vanno ad aggiungersi alla sua discografia, una discografia fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi all’arte oscura e psichedelica.

Marco Cavallini