PAUL CHAIN – Cosmic wind
Giunge al secondo ed ultimo capitolo discografico la saga spaziale di Paul “The Improvisor” Chain, alias Paolo Catena, per chi ancora non lo sapesse fondatore dei Death SS nonché sperimentatore a tutto tondo di sonorità che nel corso degli anni hanno spaziato dal doom all’heavy rock passando per l’elettronica esoterica, la psichedelia ed il progressive. “Cosmic wind” è la prosecuzione del discorso intrapreso con “Sign from space”, progetto nato nel 1999, appartenente al “Container” 3000 (Paul suddivide tutto il suo immenso archivio in specifici settori denominati appunto “container”) e registrato il giorno successivo (7 Novembre) l’incisione del primo sigillo.
Non cambia il “contenitore” e dunque non cambiano le caratteristiche del lavoro: label è la Beard Of Stars (sempre più un colosso nel panorama heavy psych odierno), l’artwork è della Malleus, la line up vede sempre Alex Vasini alla chitarra, Danilo Savanas alla batteria e Paul diviso tra basso, vocals (al solito in pura fonetica), synth, tastiere ed effetti vari. La matrice sonora è ovviamente lo space rock roboante di matrice Hawkwind e il kraut rock degli Ash Ra Tempel, con frequenti puntatine verso dinamiche psichedeliche in pieno stile Pink Floyd e un approccio visionario che si appoggia su ricami dal gusto onirico e spirituale.
Se le due lunghissime parti (25 e 22 minuti ciascuna) in cui è suddiviso l’album ammaliano per acida corrosività, le fughe astrali del buon Paul, devoto al demone dell’improvvisazione, rischiano di stancare ascoltatori poco avvezzi a questo tipo di sonorità. Drumming monolitico, rumori stranianti, vocalizzi che provengono dal profondo del cosmo e dilatazioni lisergiche sono gli ingredienti di questo trip dall’alto tasso ipnotico. L’ascolto dunque è consigliato a chi stravede per colui che un certo Lee Dorrian ha definito “italian doom maestro” e per tutti coloro che hanno voglia di compiere una fuga intergalattica tra stelle in collisione, supernove che esplodono e vortici astrali.
The cosmic wind always blows…
Alessandro Zoppo