PEEPING TOM – Sav rocker / Peeping Tom

Che gruppo strepitoso questi Peeping Tom! E quanto è incredibile il fatto che i loro primi due lavori (l’ep “Sav rocker” e il full lenght omonimo) siano stati auto prodotti dalla band, ancora senza un contratto discografico… Misteri del music business! Ma di sicuro in tempi come quelli di oggi la proposta di questi quattro ragazzi australiani può risultare a molti anacronistica. Non di certo a chi apprezza la buona musica, quella scritta e suonata con cuore e cervello. E i Peeping Tom rientrano senza alcun dubbio nel novero di questi pochi eletti.Il loro sound è un sincero e totale tributo a quei grandi mostri sacri che negli anni ’60 e ’70 hanno scritto pagine fondamentali nella storia della musica. Hard rock, heavy blues, psichedelia acida: tutto questo oceano è attraversato dalla proposta del gruppo. Che dunque va oltre i soliti canoni stoner rock e affronta a viso aperto, con onesta devozione, le proprie radici sonore. Ciò a partire dall’ep “Sav rocker”, quattro brani divisi idealmente come un vecchio 33 giri su due lati. Il primo ci propone la bellissima title track, un pezzo hard rock in puro stile ’60/’70, tra Hendrix, Cream, Led Zeppelin, Captain Beyond e Mountain, condotto da chitarre versatili, vocals sentite e ritmiche elastiche. Una goduria per le orecchie di chi è appassionato di tali sonorità. Così come ripete “Horatio’s bastard son pt.1” in apertura di secondo lato e ribadisce “Horatio’s bastard son pt.2”, heavy rock robusto ed imponente, con una puntatina in territori funky e tonnellate di groove. A chiudere i giochi ci pensa invece “Sav’s return”, conclusione acustica che dona la giusta atmosfera di plastica stasi e chiude con garbo il disco.
Già con un pugno di canzoni la band australiana ha conquistato il nostro cuore, non servirebbe aggiungere altro. E invece “Peeping Tom” rincara la dose, affinando addirittura produzione e songwriting. Gemme del calibro di “Of constellation argus”, “Truck city drive” e “Hass no” viaggiano sulle frequenze magiche dell’hard rock psichedelico, un delirio di riff e assoli che ci riportano indietro di 35 anni, con una base ritmica che scorre liscia e parti vocali che grondano passione e sentimento. Ma il meglio deve ancora arrivare. Infatti la tripletta formata da “Wet leaf”, “Auxiliary priest” e “Maiden Japan” fa davvero faville. Viaggiamo su territori heavy psych, dannatamente ipnotici (alla maniera dei nostrani e mai troppo compianti That’s All Folks!) e conditi di rallentamenti sabbathiani che arrivano a strizzare l’occhio al doom. Tanta completezza per degli esordienti è quanto meno sbalorditiva… Soprattutto se si pensa che l’ultima song, “Shoodabeenrope”, ha il compito di porre fine al lavoro con un heavy rock tosto e tirato, al limite con lo stoner.
Sono strepitosi i Peeping Tom, semplici cantori di un’epoca che si dimentica sempre più spesso. Lasciatevi guidare…
It’s rock, it’s hard and it takes no prisoners!

Alessandro Zoppo