PERIZONA EXPERIMENT – Fine e nuovo inizio

Continua l’avventura di L’Ex, Gabin e Pax, in arte Perizona Experiment, mai del tutto considerati per il loro valore, ma che rimangono una delle realtà più importanti e originali degli ultimi dieci anni nel campo della psichedelia progressiva nostrana. Dopo il monster “Ora è sempre”, passato in sordina sulla stragrande maggioranza della stampa specializzata, i pescaresi presentano l’advance del loro nuovo lavoro, “Fine e nuovo inizio”, titolo che non potrebbe apparire più sintomatico…Si può stare tranquilli, l’area desertica sottoposta allo studio di fenomeni arcaico/ufologici gode ancora di rilassanti vibrazioni space, post-rock e sperimentazione, allacciate a distese melodie capaci di sospendere lo scorrere del tempo, che nel caso dei Perizona assume le fattezze di un parametro assolutamente irrilevante: non si potrebbe dire altro dei (quasi) 27 minuti dell’iniziale “Red”, una placida distesa che si inalbera con forza al progredire della prospettiva visiva, un po’ alla maniera dei Motorpsycho, anche se il linguaggio dei Perizona è sicuramente più scarnificato, proponendo come al solito gustose variazioni trance, dub-reggae, blues, jazzy, hard-prog, etno, ricreando una moltitudine di contrasti atmosferci…
Dopo il ponte telepatico ambient-rock di “Rainbow Bridge” troviamo la trasfigurata denuncia di “Politicheis”, incisiva suite prog/space/desert (contenente parti ‘narrate’ tratte dagli j’accuse di Piero Ricca (!!) e Milano Libera) mendacemente separata dal suo proseguio “Manca poco”, e il trance-rock di “Ladri d’acqua” nel quale l’ospite PabloSax recita una protesta ecologista. Con “LocNess2012” ci caliamo invece in una dimensione psichedelica dai contorni tribali, in bilico tra sottigliezze etniche e scariche chitarristiche, ed è sicuramente un gran brano dal quale l’impronta kraut/space dei Perizona Experiment risalta definitivamente.
Un album validissimo anche questo, che continuerà a separare ammiratori e detrattori del gruppo… Noi rimaniamo con i primi.

Rob Mattei