PILOTOS – Powers of evil

Ma cosa diavolo è successo ai Pilotos?! Provenienti da Stoccolma ed attivi sin dal 1999, nelle precedenti demo (“Pilotos” e “Going to hell”) avevano dato vita ad uno stoner rock robusto e coriaceo, che univa riff kyussiani a sonorità corpose in pieno stile Motorhead. “Powers of evil” è il nuovo lavoro della band svedese e dimostra una vena compositiva fresca e rinnovata che sorprende sin dal primo ascolto.
Il songwriting di Ivan (voce), Jeppe (basso), Nico (chitarre) e Pek (batteria) si è rinnovato sotto molteplici aspetti: le parti cantate sono limitate all’essenziale, l’apparato “motorheadiano” è stato sfumato per dar vita ad una maggiore componente psichedelica (basta ascoltare le sonorità stranianti al limite del garage di “Green queen”) ma ciò che stupisce è soprattutto una scaltrezza in fase di scrittura che rende i brani altamente personali.

Lo stoner suonato dai quattro infatti si divide tra bordate ricche di fuzz e wah-wah alla Nebula (l’iniziale “Part of the evil” e la successiva “Head trip”) e tracce più ragionate come “Atrapar” e “Who do you love”, dove parti liquide dal taglio psichedelico (sottolineate da delicati arpeggi di chitarra acustica) fanno da preludio ad esplosioni bombastiche dal groove titanico. Le vocals di Ivan sono coinvolgenti e dinamiche, posizionandosi a metà strada tra la rauca potenza di Lemmy e l’espressività di JB dei Grand Magus/Spiritual Beggars, così come le ritmiche reggono bene l’impatto della chitarra, vero punto di forza del quartetto. “Set fire on this” e “Another hug” sono altre due dimostrazioni di forza della band, riff rock tirato e grezzo da pompare a palla nello stereo, mentre la conclusiva “Rescatar” è una sorta di ballata psicotropa alquanto stramba, per giunta cantata di spagnolo!

Ormai siamo di fronte ad una band pronta al grande balzo. I Pilotos sono maturi e preparati per un esordio discografico in piena regola: un’altra bomba pronta ad esplodere dalle lande Scandinave!

Alessandro Zoppo