PILOTOS – Thanks God for the Devil
Dopo tre dischetti che avevano raccolto consensi un po’ ovunque, tornano i Pilotos con l’ennesimo promo. Titolo eloquente “Thanks God for the Devil”, emblema di un sound magmatico, possente, capace soprattutto di affrancarsi dal modello stoner ‘kyussiano’ che tanti gruppi svedesi hanno portato alle estreme conseguenze. I quattro ragazzi di Stoccolma (Ivan, Jeppe, Nico e Pek) picchiano duro ma lo fanno con coscienza e criterio, senza abusare in riff iper saturi o fuzz debordanti. Resta sempre il muro di suono tipico di certo heavy rock (Motorhead meets Kyuss?), il songwriting però si è così affinato da permettere ampie dosi di personalità tali da rendere i brani davvero originali.Non mancano le mazzate toste e furibonde che colpiscono tra capo e collo (“Blond guy” e “She’s one of a kind” sono qui per servirvi), tuttavia il piatto forte è altrove. È nelle trame sghembe di “Malo” (l’influenza di QOTSA e Mammoth Volume c’è ma non si vede), nel blues tortuoso e vibrante di “Urban blues”, nelle fumose, torbide trame 70’s di “Get out of his way”, una delle song più travolgente ascoltate negli ultimi anni. “Not alone” aggiunge ulteriori sapori heavy psichedelici, cucinati dalla conclusiva “De devil” su un piatto di groove, riff abrasivi e ritmiche tritatutto.
Grandi Pilotos, con questo ennesimo promo si dimostrano ormai maturi per un serio contratto discografico. L’effetto che produrranno sul vostro animo è perfettamente descritto dalla band: ‘your dad finding out your mom is a whore’.
Alessandro Zoppo