PSYCHOTOBLACK – Demo #1 – Demo #2 Crucifixion
Gli amanti di Eyehategod e Grief non tarderanno ad apprezzare un gruppo come i giapponesi Psychotoblack, discepoli del più oscuro, marcio e disturbante sludge doom. Questi simpatici ragazzi asiatici proseguono nell’opera portata avanti in patria da gente come Coffins, Dot[.] e Green Machine. Sludge core potente e assassino, rallentato a dovere da inserti ‘sabbathiani’ e grezzo quanto basta per pugnalare con una esecuzione tosta e senza compromessi.I riff putridi di Shingo Kikuchi e Mitsuaki Hazama ben si omologano al genere, così come le ritmiche grasse di Nobuyuki Sentou (basso) e Kenji Saitou (batteria). A suggellare questo magma sonoro ci pensano le urla animalesche del singer Hiroyuki Takano, bravo nell’assalire le nostre orecchie con gran ferocia, un po’ meno quando si tratta di abbozzare qualche linea melodica. In sostanza, le composizioni risultano riuscite, ciò che penalizza i nostri è la registrazione. Soprattutto nella “Demo #1” alcuni passaggi sono davvero imbarazzanti per la pochezza data ai suoni. Ed è un vero peccato, perché i brani valgono. Quando si tratta di vomitare batoste sludge core (le iniziali “Deadman” e “Engrave the misery”) al tale aspetto non ci si bada. Ma quando i tempi rallentano (“Risen from the grave”) o si cerca una compattezza heavy psych basandosi sui riff (“Disgrace of God”), la scarsa qualità della registrazione diventa un serio limite.
Da questo punto di vista va meglio nella “Demo #2”, i cui suoni sono più nitidi e distinguibili, pur mantenendo la giusta aggressività di base. C’è una maggiore articolazione nel songwriting e non solo assalti all’arma bianca. I quasi otto minuti di “Last temptation” e l’eclettismo di “Deranged” ne sono prova evidente. “Crucifixion” comprime i tempi e lascia emergere abissi squisitamente doom, mentre “Desolation life” ci riporta al sound ossessivo e squilibrato di stampo Eyehategod. I dieci minuti della conclusiva “Funeral for the undead” sono un epilogo lugubre e sofferto, contenitore di idee su cui lavorare per edificare ulteriori, futuri massacri.
Alessandro Zoppo