PURSON – The Circle and the Blue Door

Dal Regno Unito giunge questa nuova proposta che conferma il fenomeno delle female fronted band dedite ai sound vintage. Si tratta dei Purson, gruppo che giunto all’esordio, sembra essere una sorta di predestinato al successo underground in quanto supportato da adeguata promozione e perché si avvale di alcuni elementi di sicura presa quali l’avvenenza della leader Rosie Cunningham, un look da figli dei fiori ed un approccio occult a partire dal nome. Purson nella demonologia è noto quale il grande Re degli Inferi e descritto come un uomo col volto da leone che trasporta una feroce vipera e si muove cavalcando un orso: il suo arrivo è accompagnato da squilli di tromba. Musicalmente i cinque propongono un interessante incrocio tra la psych pop di fine 60 ed il progressive rock dei primi 70 mentre l’elemento dark che il nome e l’iconografia lasciava suppore è soltanto dosato. La band tratta sì temi occult ma sceglie un approccio fiabesco attraverso una scrittura teatrale.Il sound dei Purson risulta essere vario grazie alle diverse influenze. Il folk ad esempio sembra essere una prerogativa della formazione, unitamente a visioni fantasy che diedero lustro alla grande epopea del progressive rock. È proprio di prog che stiamo parlando, musica che ingloba elementi psych folk pop hard rock ed un tocco dark. Tra le influenze percepibili si possono inserire i Coven della divina Jinx Dawson, Curved Air, Atomic Rooster, Deep Purple, Spirogyra, Jethro Tull (specie nel chitarrismo che richiama alla memoria Martin Barre), ELP, David Bowie e certamente i Beatles acidi del periodo indiano. La band britannica sembra avere qualche punto di contatto coi loro connazionali e compagni di scuderia Uncle Acid and the Deadbeats, seppure i Purson siano un combo a se stante e totalmente immersi nel passato per cui poco assimilabili a fenomeni odierni.
“The Circle and the Blue Door” è un album di sicuro interesse: fosse uscito tra il 1970 e il 1972 avrebbe certamente fatto parlare a lungo di sé. I Purson sono una sorta di band predestinata, noti tra gli appassionati ed addetti ai lavori già da qualche tempo grazie anche alla data londinese del dicembre 2011 dei leggendari Pentagram cui i Purson aprirono. Se l’istinto non ci inganna, a breve saranno delle starlette al pari di altri – a torto o a ragione – celebrati acts quali Ghost, Kadavar, Orchid e Uncle Acid.

Antonio Fazio