PYRAMIDAL – Frozen Galaxies

Seconda uscita per i Pyramidal, quartetto di Alicante che ha esordito nel 2011 con l’interessante “Dawn in Space”. La band spagnola prosegue il viaggio negli infiniti ed ignoti meandri di mondi remoti attraverso presunte galassie da cui il titolo dell’album “Frozen Galaxies”, che lascia intuire chiaramente quale sia la direzione sonora verso cui i quattro muovono le proprie visioni. Ciò che ci attende è un inopinabile viaggio futuristico che punta a mondi inesplorati, grazie all’immaginifico “essi vivono” – parafrasando un classico fanta-horror di John Carpenter. “Altar of Delusion World” è la traccia che dà il via all’orbitale cammino: space rock dal sapore antico, i Pink Floyd di “Ummagumma” e “Live at Pompei” sembrano aver notevolmente influenzato i ragazzi. Ad arricchire lo psych sound anche lo strumento erotico per eccellenza, il sax che richiama inevitabilmente ad un’altra importante influenza della band, Nik Turner e gli Hawkwind.”Beyond the Lost Orbs” è un brano strutturato che mette in mostra le capacità tecniche del combo unitamente ad una ricerca sonora che pur restando fedele all’originale idea di space rock, dimostra l’elevato background dei Pyramidal. La song presenta momenti jazz rock ben amalgamati con la struttura heavy psych ed echi kraut affiorano tra altre influenze quali Gong, Ozric Tentacles e certi collettivi sonori in voga nei 70’s come – su tutti – Amon Duul. “Sons of Light” è il momento di psichedelia pura e lisergica ed è indice di apertura del gruppo, dove emergono echi di Flaming Lips, Sun Dial ed in particolare Spacemen 3. Chiude il cerchio la space suite e title track “Frozen Galaxies”, affluenza di tutte le ispirazioni citate. È qui che si insinua anche qualche momento di rock progressivo, in una chiusura notevole e degna di un ottimo album che non diventerà un classico del genere ma indubbiamente arrichirà la fitta gamma di space rock psichedelico.
A favore dei Pyramidal c’è la voglia di esplorare e di avventurarsi nel rock acido, pur partendo da un’idea ampliamente sperimentata negli anni e palesando alcune evidenti influenze quali i primordiali Pink Floyd e gli Hawkwind. I quattro riescono ad avere una propria identità grazie anche ad una scrittura che ha saputo guardare alla psichedelia degli 80 ed allo space dei 90 ed in minor misura al kraut rock, fino a rendere il sound personale ed attuale. Lo spazio è profondo ed infinito…

Antonio Fazio