RAMESSES – Possessed by the Rise of Magik
Il rituale dei Ramesses, gruppo formato dagli ex Electric Wizard Mark Greening e Tim Bagshaw, prosegue e giunge al terzo capitolo. Ed è un capitolo rilevante, perchè “Possessed by the Rise of Magik”, oltre alle consuete sonorità doom, si avvale di elementi gothic, a tratti perfino dark wave, che lasciano presagire qualcosa di particolarmente intrigante.Dopo il precedente “Take the Curse”, chi si attendeva una prova di continuità è rimasto sicuramente spiazzato. Le differenze sono palpabili anche se non bisogna pensare ad un taglio netto con il passato. I brani sono lenti ed ossessivi, la voce anche se monocorde, in un primo istante può effettivamente lasciare freddi, ma poi strada facendo si integra perfettamente nel contesto.
Esaminando più nel dettaglio il disco vanno segnalati pezzi come la opener “Invisible Ritual”, molto vicina ad alcune cose dei Cough; “Towers of Silence” dall’andamento iniziale decisamente darkeggiante prima di sprofondare in uno sludge maniacale; la funerea e straziante “Sol Nocivo” e l’ottima “Plague Beak” che pare uscita da un improbabile crocevia tra Joy Division e Black Sabbath.
L’aria che si respira è sinistra, lamentosa, ripetitiva, quasi pedante, ma fa di quest’album una possibile nuova frontiera del doom estremo che fra qualche anno potrebbe raggiungere inaspettati (e meritati) riconoscimenti. L’esempio può essere rappresentato soprattutto dalla conclusiva title-track dove la materia sludge viene rarefatta a certa wave decadente d’annata annullandosi e dando l’impressione di formare un corpo unico.
Non è un sound di facile digeribilità, sia chiaro, ma da qui può iniziare un nuovo percorso. Ne riparleremo.
Cristiano Roversi