RANDY WATSON – Out
L’epopea del grunge pian piano sta tornando in auge. Quei suoni, quei modi di interpretare le proprie emozioni e le strutture melodiche, stanno riempiendo le composizioni di molte band attuali. E pensare che proprio quest’anno l’idea del grunge compie vent’anni… Un tempo giusto per ricordare e rinnovare, quindi. Allo scopo sembrano giustamente preposti i pavesini Randy Watson che, con un EP di cinque pezzi edito dalla Incipit Recordings, ci danno la propria versione di come dovrebbe suonare una rock band.”First” apre il disco con una chiara movenza Foo Fighters: premi sull’acceleratore e lasciati andare, baby! “Fever of February” articola un po’ meglio il discorso sul versante desertico/dilatazone. Una parte centrale accuratamente rifinita ci mostra un gruppo che sa suonare bene, anche nei momenti in cui il ritmo scende e bisogna modellare maggiormente il suono. “Scylla” fa il paio con “Cariddi” e mostra come colei che dilania (Scilla) e colei che risucchia (Cariddi) possano trasmettere il proprio stato di terra di confine, intesa proprio come fine del mondo, in musica. La prima è aspra come vortice di mare: denso e feroce è il contrasto tra le parti; la seconda ammalia e ammorbidisce l’ascoltatore: un groove lento ed evanescente esplode in un finale distorto con acidi solo di chitarra. Il “fuori” evocato dal titolo dell’album è stato raggiunto. Abbiamo preso il largo, mentale e fisico, verso fughe escapiste dalla realtà ed ora ci affidiamo tra le braccia di “Caronte” verso una discesa negli inferi senza piu’ ritorno.
Cinque brani sono pochi per avere una visione d’insieme del progetto Randy Watson, data la molteplicità delle ispirazioni che alimenta il gruppo, ma se i ragazzi sapranno proseguire su questa strada, sicuramente avremo il modo di vantare un gruppo con una mood efficace e personale.
Eugenio Di Giacomantonio