SAMSARA BLUES EXPERIMENT – Long Distance Trip
Dalle ceneri dei Terraplane al blues cosmico dei Samsara Blues Experiment. Il percorso di Christian Peters giunge finalmente a compimento con il primo album ufficiale della sua nuova creatura, fatta crescere in compagnia dei sodali Richard Behrens (basso), Thomas Vedder (batteria) e Hans Eiselt (chitarra). Inserti di sitar, organo e synth ampliano e arricchiscono la proposta della band berlinese, alle prese con un heavy psychedelic rock dalle tinte spirituali e libertarie. Dopo due demo uscite tra il 2008 e il 2009, ‘Long Distance Trip’ consacra i Samsara tra i nuovi paladini della psichedelia hard europea. Sei brani che dimostrano dinamismo e sapiente costruzione strumentale. Percorrono i sentieri polverosi e crudi dei 70 e guardano spesso e volentieri altrove (lo stoner rock, il doom, il kraut, il progressive).Capacità che si fanno valere quando si parte con una jam magica, l’avvio liquido e avvolgente di “Singata Mystic Queen”, e si prosegue con una bordata heavy del calibro di “Army of Ignorance”. Riff che rimangono in testa sin dal primo ascolto e lunghe suite come “For the Lost Souls” e “Center of the Sun” che rimandano all’immaginario psichedelico per eccellenza, quello che va dai Pink Floyd all’Experience di Jimi Hendrix, dagli Hawkwind agli Sleep, fino ai Farflung e ai Colour Haze. La validità dei Samsara risiede anche nel saper variare registro: Christian ad esempio non ha una voce memorabile, tuttavia sa modularla alterandola ai riff e ai soli più dilatati. “Wheel of Life” è un’altra dimostrazione di forza, un delicato ed emozionante bozzetto acustico che precede il gran finale, i 22 minuti di “Double Freedom”. Una jam che avrebbe fatto commuovere persino Jerry Garcia, un autentico viaggio tra profumi d’incenso, gorghi profondi di fuzz, illuminanti percorsi di conoscenza e consapevolezza.
È proprio vero: «these KRAUTs know how to ROCK and mesmerize!».
Alessandro Zoppo