SAMSARA BLUES EXPERIMENT – Waiting for the Flood

Il finire del 2013 ha visto l’uscita di un buon numero di chicche heavy psych e stoner in tutta Europa. L’invasione lisergica è ormai un dato di fatto, tocca che ascoltatori e soprattutto addetti ai lavori ne prendano atto. Tra questi album ad alta gradazione psicotropa rientra indubbiamente “Waiting for the Flood”, ultimo lavoro dei Samsara Blues Experiment. Edito da Electric Magic / World In Sound, label di proprietà di Christian Peters (cantante e chitarrista della formazione berlinese), il disco è composto da quattro lunghe tracce, brani ispirati e articolati che rispecchiano una tradizione vintage, rintracciabile anche nell’ondeggiare corposo dei riff e nel background sonoro costituito da un saggio impasto di sitar e atmosfere fortemente psichedeliche. “Shringara”, posta in apertura come a voler subito stordire con i suoi 13 potenti minuti di fuzz ben dosato, è l’apripista perfetto per un disco che ha indubbiamente un compito piuttosto arduo.
Il debutto dei Samsara (“Long Distance Trip”, 2009) fu un’esplosione di psichedelia e onde sonore, stessa sostanza maneggiata con acida e chimica visionarietà dal successivo “Revelation & Mystery” (2011). Andare avanti da questo punto di partenza non sarebbe apparentemente un processo evolutivo così automatico. Eppure i ragazzi sono riusciti a fare quell’ulteriore, doveroso passo, senza strafare e nel contempo senza ripetersi troppo. Lo dimostrano la liquidità blues della title track, le estrose sfumature (dal dark al funk passando per doom e mid-tempo avvolgenti) di “Don’t Belong” e l’overdose provocata dall’esotica e spaziale “Brahmin’s Lament”. Ovviamente i marchi di fabbrica della band sono tutti lì, ma questo stilema compositivo è attinente al 100% al genere proposto.
Insomma, “Waiting for the Flood” è un lavoro da promuovere a pieni voti e con estrema dignità. L’alternanza di chimica espressiva e distorsione sacrale è garantita.

Alessandro Zoppo