Satori Junk – Doomsday

EP d’esordio per i Satori Junk, nome che sembra un gioco di parole visto che è composto da una parola giapponese dal profondo significato spirituale (secondo il buddismo zen) e da un vocabolo inglese che indica rifiuto e/o rottame, quasi a voler contrappore i due aspetti.

La band è un quartetto che giunge dall’hinterland milanese e rivolge le proprie attenzioni al doom e allo stoner. L’eloquente e magari anche non originalissimo titolo è “Doomsday“, il che lascia suppore una visione apocalittica ed alienante nemmeno troppo inconscia.Il sound dei quattro è essenzialmente doom con risvolti psych sludge.

Si inizia con “Monsters”, brano che appare essere un fiero omaggio ai primi Black Sabbath. Nel proseguio la song denota un gusto acido che fa pensare agli Electric Wizard, davvero heavy e low. Un appunto va alla prova di Luca, singer che non risulta essere particolarmente incisivo.

Con “The Green Beautiful (I. Abduction, II. Birth, III. Consacration)” la band sposta il tiro virando inizialmente verso forme di traditional doom, salvo poi far rivivere lo spettro di Electric Wizard, Sleep e dello sludge primordiale degli Eyehategod.

Un brano questo che mostra l’ala più riflessiva del gruppo ed un parziale miglioramento dell’aspetto vocale. “Blessed Are the Bastards” si muove sulle stesse coordinate dei precedenti brani con un approccio più groove ed un taglio maggiormente sludge. Chiude il lavoro “Lord of the Pigs”, che risulta essere il momento più doom dell’EP.

L’uso di un synth emulatore di moog dona un tocco psych al sound della band. Nel complesso i Satori Junk ci consegnano un onesto EP che chiaramente non può aggiungere nulla a quanto il genere abbia già detto e fatto. Tuttavia i ragazzi mostrano di poter trovare spunti interessanti. Un EP dignitoso dunque, che poggia su alcune idee rivedibili ma mostra anche come la strada intrapresa sia quella giusta. Se sulla bilancia aggiungiamo tanta passione e voglia, le cose potranno di sicuro migliorare. Consigliato a coloro che non ne hanno mai abbastanza di un sound derivato da Sabbath, Saint Vitus, Sleep, Electric Wizard, Eyehategod e simili.

Antonio Fazio