SCOFF – Reverse universe
Un basso, una batteria, un microfono e una chitarra nel bel mezzo del deserto. Si presentano così gli Scoff, band messa sotto contratto dalla sempre attenta Daredevil, ormai simbolo di garanzia quando si parla di stoner rock e affini. E il gruppo tedesco (Zacki – voce e chitarra -, Michi – basso -, Malte – batteria -) si pone proprio su questa stessa scia: stoner ruvido e possente, ben scritto ed interpretato. A caratterizzare la loro proposta c’è però una forte vena melodica che rende le composizioni fresche e frizzanti. Brani come “Sickstill”, “Nemesis”, “Something strips the silence” si stampano nella mente sin dal primo ascolto, merito soprattutto della bella voce di Zacki e di una costruzione sonora che privilegia l’armonia al puro impatto.Certo, non mancano mazzate devastanti, come nel caso dell’intro iniziale o di “Atacama”, bordate strumentali che non possono non rimandare al magico universo dei mai troppo compianti Karma To Burn. Altrove invece (“Luna”, “Stone breed”, “Take a deep breath”) viene fuori una certa devozione per Corrosion Of Conformity e Metallica, mentre non sono disdegnate puntatine in territori pacati, languidi e notturni (“Avaron’s crate”, “Nathan’s poem”), così come strizzate d’occhio all’alternative e al Seattle sound (“Pororoca”, “Sold me a mirage”). Tutto scorre liscio insomma. L’unico difetto lo si può riscontrare nell’eccessiva durata del disco, perché in 15 brani non sempre i tre riescono a mantenere lo stesso grado d’intensità. Peccato veniale, il pregio della sintesi lo si guadagna soltanto con tempo ed esperienza.
Per ora non abbiamo timore nel dire che insieme a gente come Duster 69, Rotor e Hainloose gli Scoff tengono viva e sempre più attiva la scena stoner tedesca..
Alessandro Zoppo