SIDEBURN – IV Monument

I Sideburn sono un quartetto stoner proveniente dalla Svezia, attivo già dalla fine degli anni Novanta e che nell’ottobre 2012 ha pubblicato per la Transubstans Records il quarto album in studio intitolato “IV Monument”, a testimonianza di quanto sia sempre più fiorente e sviluppata la scena stoner in terra svedese (e scandinava in senso lato) negli ultimi anni.”IV Monument” è un album roccioso e solido, costituito da nove tracce di medio/lunga durata per quasi un’ora di stoner rock arricchito di influssi metal, hard rock e talora blues, dove le tipiche strutture stoner, contraddistinte dal susseguirsi di riff di chitarra granitici e incalzanti e da una sezione ritmica dall’incedere martellante, lasciano spazio a brevi progressioni tipicamente metal o ad inaspettate e talora efficacissime frenate spesso accompagnate da caldi assoli blueseggianti. Già al primo ascolto si capisce che i Sideburn sono dotati di una gran tecnica, tanto nelle chitarre che nella sezione ritmica, ma a colpire è anche la voce del cantante Morgan, assolutamente degna di nota e che può richiamare un R.J. Dio o un Danzig od altri interpreti ancora della scena metal, una voce tirata e graffiante nelle parti più stoner e veloci ma anche calda ed avvolgente in quelle più melodiche e riflessive.
Dei nove brani che costituiscono l’album degni di nota sono “Fire and Water”, dal sinuoso incedere sabbathiano (ovviamente i Black Sabbath sono il riferimento di base per l’album, e non potrebbe essere altrimenti del resto) e dal suono grezzo e sporco, “Tomorrows Dream” con l’assolo finale di chitarra caldo e coinvolgente, “The Saviour”, forse la canzone più prettamente stoner dell’intero disco, e soprattutto “Crossing the Line”, la gemma dell’album, contraddistinta da una prima parte molto blues e melodica e da una seconda in crescendo sempre più tirata dove ad una gran bell’assolo chitarra ne segue uno originalissimo di batteria che chiude il brano.
“IV Monument” è davvero un ottimo lavoro, affatto noioso e ripetitivo e che, nonostante non brilli per originalità, scivola via gradevole: uno stoner rock che guarda al passato ma che assolutamente suona piacevolmente attuale e fresco. Davvero un buon ascolto!

Alessandro Mattonai