SPACE PROBE TAURUS – Black hole revolutions

E’ davvero incredibile come una band del calibro degli Space Probe Taurus non abbia ancora trovato un contratto discografico! Un 7” su Game Two Records nel 2001, la partecipazione a svariate compilation (tra cui la colonna sonora “I Am Vengeance” e “Blue explosion”, il tributo ai Blue Cheer edito dalla Black Widow) e l’ultimo, convincente promo “Snakefarm rituals” evidentemente non bastano per saggiare le qualità di un gruppo dall’alto potenziale tecnico ed esecutivo.
A riconfermare la genuina vena che ispira i tre di Karlstad ci pensa ora l’ennesimo dischetto di 5 pezzi, al solito composto e suonato alla grande: heavy psych rock ai massimi livelli, accostabile soprattutto a quanto fatto ascoltare dai padrini Monster Magnet e dai figliocci 500 Ft. Of Pipe, passando attraverso l’operato dei colossi di Detroit, The Stooges e MC5. Ritmiche al cardiopalma, dunque, chitarre che viaggiano a velocità folli e vocals inacidite da pieno trip nello spazio. Basta l’inizio affidato a “Snakebirth” per rendersi conto di quanta carica e potenza fuoriesca dai microsolchi di questo cd: riff indiavolati, drumming selvaggio e una melodia astrale che ci trascina lungo i misteriosi sentieri del cosmo.

I wah wah ed i fuzz si sprecano e cadono copiosi, come evidente nella successiva “Electric explosion”, rock’n’roll acido che ci fa scuotere e sudare insinuandosi nella testa come un loop magmatico. Le trame vorticose di “Into the hole” continuano l’assalto heavy psichedelico procurando forti sfasamenti spazio-temporali, mentre “Supersonic woman” paga dazio agli Hawkwind ricordando in più punti la seminale “Brainstorm”. A chiudere il lavoro ci pensa l’esaltante “Gravity rush”, altra mazzata visionaria giocata su parti vocali trascinanti e distorsioni esagitate.

Non c’è alcun dubbio, gli Space Probe Taurus sono ormai pronti al grande salto, manca solo qualcuno che mostri interessi verso di loro. Voi intanto dategli una occasione e fidatevi di quanto scritto nel retro del promo: acid fuzzrock at it’s best!

Alessandro Zoppo